Così noi riceviamo la spazzatura dalle banche

Con le banche siamo punto e a capo. Oppure no.

Gattopardiana come non mai la tecnica di collocazione bancaria dei propri “problemi” ad ignari risparmiatori si è rifatta sotto, sempre più potente e meno controllata.

Come se le crisi ed i dissesti bancari fossero ormai di un’altra epoca ci giunge il monito di BCE, che, per bocca di Danièle Nouy, presidente del consiglio di Vigilanza, ci dice che oltre il 40% dei titoli emessi dalle banche italiane e soggetti al bail in sono in Italia in mano al risparmio privato.

E più in particolare del piccolo risparmio.

Situazione paradossale, la nostra, perché in Francia questa percentuale si assesta ben al di sotto del 10% dei titoli, in Germania intorno al 21%%, in Spagna più o meno al 18%.

Solo il Portogallo fa un po’ peggio, contabilizzando una percentuale di poco inferiore al 30%.

Perché tutto questo? Perché nonostante quello che è successo le banche hanno rimpiazzato in mano ai piccoli risparmiatori la loro spazzatura?

Un motivo c’è ed è anche poco nobile. La BCE, invatti, va ancora più in là e ci spiega che, quando titoli così rischiosi sono in mano ai privati, è più difficile liquidare una banca.

Che, di conseguenza, si autotutela, attuando, ai fini pratici, una specie di ricatto implicito: vendo senza farmi accorgere più di tanto la mia spazzatura ai cittadini così tu, Stato, sei obbligato a salvarmi.

E pensare che sarebbe semplice anche la soluzione al problema, obbligando, per esempio, le banche ad alzare la soglia della pezzatura a 150-200 mila euro e quindi aumentando la consapevolezza degli investitori e dei sottoscrittori.

Ma sarebbe troppo semplice

E lineare.

Viva l’Italia

Luigi Borri