BMps, via libera all’aumento di capitale. Morelli: «La banca tornerà importante»

Con il 96,13% dei voti, l’assemblea dei soci di BMps ha approvato a maggioranza l’aumento di capitale da 5 miliardi di euro, passaggio fondamentale dell’operazione di salvataggio della banca
mps

Il piano di rafforzamento patrimoniale di BMps va fatto «e va fatto velocemente perché è esigenza della banca dare soluzioni in tempi rapidi».

Lo ha detto l’ad Morelli rispondendo a un socio. «Non c’è scelta: bisogna fare l’operazione più presto possibile» ha aggiunto dicendosi pronto a convocare un cda in qualsiasi momento se «c’è qualcuno che vuol fare proposta. Per ora non ce ne sono stati. L’approccio del consiglio, dal momento in cui abbiamo presentato il piano industriale – ha concluso Morelli – è stato quello di avere massima e totale apertura a qualunque proposta avanzata da chiunque». «Sono tornato perché credo che con il piano fatto in un certo modo, la risensibilizzazione dei dipendenti, la banca può tornare ad avere un ruolo nel mercato italiano. Al di là delle valutazioni politiche del passato, dipenderà anche dall’atteggiamento che l’organo di vigilanza ha nei confronti della banca» ha poi aggiunto Morelli rispondendo a uno dei soci nel corso dell’assemblea spiegando i motivi per cui è tornato e perché crede nel futuro del Monte. «Io metto la faccia e spero che tutti continuino a mettercela», ha aggiunto ricordando che l’aumento di capitale è propedeutico a tutto il piano.

«Sono stato sottoposto a indagine nel febbraio 2013 per un presunto concorso in ostacolo alla vigilanza per due documenti non trasmessi all’autorità di vigilanza sul fresh. Credo di essere l’unico indagato archiviato su richiesta della procura perché il mio patrimonio conoscitivo sul fresh era nullo», ha ricordato l’ad di BMps rispondendo a un socio durante l’assemblea. «La Procura, nella richiesta di archiviazione – ha proseguito -, ha scritto che niente altro era da richiedere a Marco Morelli, il suo comportamento era estraneo». E sulla multa di Bankitalia, il banchiere ha ricordato di essere stato multato «nell’ottobre 2013 per mancate comunicazioni, sette settimane prima della richiesta di archiviazione dei pm. C’è un ricorso e non vado oltre». Infine, a chi ricordava che lui era in Mps nel periodo di Mussari e Vigni, ha risposto: «in questa stanza ci sono tanti dipendenti ed ex dipendenti che sanno benissimo quali posizioni ho preso, cosa ho detto. Quanti hanno chiesto un’ispezione interna? Quanti hanno fatto opposizione e sono andati via perché non erano d’accordo?».

«Investitori interessati ma presto per impegni» «Abbiamo incontrato più di 250 investitori, il 50% in Inghilterra, il 22% in Usa il 24% in altri Paesi, coprendo sostanzialmente tutte le tipologie di investitore» ha proseguito Morelli parlando dell’esito del road show. «Questi interlocutori prendono impegni vincolanti in prossimità del lancio dell’operazione e quando viene aperta la finestra per la sottoscrizione delle azioni – ha aggiunto – Il dialogo continua qualcuno ha chiesto un terzo o quarto incontro. Questo perché il piano della banca riscuote interesse». L’ad Morelli ha poi precisato che «il piano industriale della banca e la ricapitalizzazione, da un punto di vista della banca, sono sganciati da considerazioni legate al referendum. Che poi qualcuno faccia valutazioni sull’esito del referendum e su quali implicazioni abbia sulla banca – ha aggiunto – ognuno è libero di fare quello che vuole. Noi diamo una spiegazione di quello che pensiamo di poter fare, indipendentemente da variabili ambientali».

Tononi: «Mie dimissioni non per dubbi su piano o Morelli» «Le mie dimissioni non sono da legare a perplessità sul piano o a riserve sul piano, né a riserve e contrasti sulle qualità di Morelli» ha precisato il presidente di Mps Tononi, in assemblea. Le motivazioni, ha aggiunto, «sono di altra natura e non rilevano ai fini delle decisioni che dovete assumete oggi».
“Il piano industriale della banca e la ricapitalizzazione, da un punto di vista della banca, sono sganciati da considerazioni legate al referendum”. Lo ha detto l’a.d di Mps Marco Morelli rispondendo in assemblea. “Che poi qualcuno faccia valutazioni sull’esito del referendum e su quali implicazioni abbia sulla banca – ha aggiunto – ognuno è libero di fare quello che vuole. Noi diamo una spiegazione di quello che pensiamo di poter fare, indipendentemente da variabili ambientali”.

Il piano di rafforzamento patrimoniale di Mps va fatto «e va fatto velocemente perché è esigenza della banca dare soluzioni in tempi rapidi». Lo ha detto l’ad Morelli rispondendo a un socio. «Non c’è scelta: bisogna fare l’operazione più presto possibile» ha aggiunto dicendosi pronto a convocare un cda in qualsiasi momento se «c’è qualcuno che vuol fare proposta. Per ora non ce ne sono stati. L’approccio del consiglio, dal momento in cui abbiamo presentato il piano industriale – ha concluso Morelli – è stato quello di avere massima e totale apertura a qualunque proposta avanzata da chiunque». «Sono tornato perché credo che con il piano fatto in un certo modo, la risensibilizzazione dei dipendenti, la banca può tornare ad avere un ruolo nel mercato italiano. Al di là delle valutazioni politiche del passato, dipenderà anche dall’atteggiamento che l’organo di vigilanza ha nei confronti della banca» ha poi aggiunto Morelli rispondendo a uno dei soci nel corso dell’assemblea spiegando i motivi per cui è tornato e perché crede nel futuro del Monte. «Io metto la faccia e spero che tutti continuino a mettercela», ha aggiunto ricordando che l’aumento di capitale è propedeutico a tutto il piano. «Sono stato sottoposto a indagine nel febbraio 2013 per un presunto concorso in ostacolo alla vigilanza per due documenti non trasmessi all’autorità di vigilanza sul fresh. Credo di essere l’unico indagato archiviato su richiesta della procura perché il mio patrimonio conoscitivo sul fresh era nullo», ha ricordato l’a.d di Mps rispondendo a un socio durante l’assemblea. «La Procura, nella richiesta di archiviazione – ha proseguito -, ha scritto che niente altro era da richiedere a Marco Morelli, il suo comportamento era estraneo». E sulla multa di Bankitalia, il banchiere ha ricordato di essere stato multato «nell’ottobre 2013 per mancate comunicazioni, sette settimane prima della richiesta di archiviazione dei pm. C’è un ricorso e non vado oltre». Infine, a chi ricordava che lui era in Mps nel periodo di Mussari e Vigni, ha risposto: «in questa stanza ci sono tanti dipendenti ed ex dipendenti che sanno benissimo quali posizioni ho preso, cosa ho detto. Quanti hanno chiesto un’ispezione interna? Quanti hanno fatto opposizione e sono andati via perché non erano d’accordo?».

«Investitori interessati ma presto per impegni» «Abbiamo incontrato più di 250 investitori, il 50% in Inghilterra, il 22% in Usa il 24% in altri Paesi, coprendo sostanzialmente tutte le tipologie di investitore» ha proseguito Morelli parlando dell’esito del road show. «Questi interlocutori prendono impegni vincolanti in prossimità del lancio dell’operazione e quando viene aperta la finestra per la sottoscrizione delle azioni – ha aggiunto – Il dialogo continua qualcuno ha chiesto un terzo o quarto incontro. Questo perché il piano della banca riscuote interesse». L’ad Morelli ha poi precisato che «il piano industriale della banca e la ricapitalizzazione, da un punto di vista della banca, sono sganciati da considerazioni legate al referendum. Che poi qualcuno faccia valutazioni sull’esito del referendum e su quali implicazioni abbia sulla banca – ha aggiunto – ognuno è libero di fare quello che vuole. Noi diamo una spiegazione di quello che pensiamo di poter fare, indipendentemente da variabili ambientali».

Tononi: «Mie dimissioni non per dubbi su piano o Morelli» «Le mie dimissioni non sono da legare a perplessità sul piano o a riserve sul piano, né a riserve e contrasti sulle qualità di Morelli» ha precisato il presidente di Mps Tononi, in assemblea. Le motivazioni, ha aggiunto, «sono di altra natura e non rilevano ai fini delle decisioni che dovete assumete oggi».

(fonte principale: Ansa)