Rapporto sul risparmio Consob: passare dall’ansia finanziaria alla consapevolezza

Rapporto sul risparmio Consob: passare dall’ansia finanziaria alla consapevolezza

Come le famiglie italiane orientano le scelte finanziarie di allocazione del risparmio nel 2017?

Interpretare i dati del Rapporto annuale Consob sugli investimenti delle famiglie italiane è fonte di importanti riflessioni, perché le chiavi di lettura possono essere molte e di diverso respiro tra loro.

Il risparmio, da sempre, è la ricchezza di una nazione e va tutelato. Su questa scia, da quando il risparmio si forma, a come si distribuisce, a quanto diventa investimenti o si spende, il risparmiatore si trova immerso tra le regole normative che ne dettano gli esiti e gli interventi politici che a, cavallo di campagne elettorali varie, ne innalzano la bandiera del consenso.

In alternativa alla fiducia e alla solidità del sistema nel suo complesso, si è fatto spazio il concetto di educazione finanziaria come educazione alla cittadinanza economica, ovvero alla responsabilizzazione verso le proprie scelte economiche e finanziarie, che trova origine in un percorso di conoscenza e di sviluppo di abilità e competenze, capaci di orientare i comportamenti economici nel reale contesto quotidiano. Tradotto in pratica significa da un lato quale sia l’effettiva capacità dei risparmiatori di valutare rischi e benefici alla luce degli strumenti offerti dalle norme nel processo decisionale che conduce all’allocazione delle risorse di cui dispongono. Dall’altro, comprendere in che misura partecipano al processo evolutivo di consapevolezza che li aiuta a saper distinguere prassi e pratiche da reali necessità individuali. E’ noto che le scelte finanziarie dei risparmiatori italiani hanno subito nella loro storia l’influenza del carattere bancocentrico del nostro sistema finanziario.

Dal rapporto della Consob emergono:

  • bassa conoscenza dei concetti finanziari di base, quali rischio, interesse composto, inflazione, diversificazione;
  • “ansia finanziaria” nella metà della popolazione;
  • l’incapacità per circa 1/3 di descrivere il rischio di azioni e obbligazioni e la non conoscenza di almeno un prodotto finanziario per il 20% del campione;
  • utilizzo di consulenti limitato, senza conoscere i costi del servizio ricevuto.

A tutto ciò fa da corollario la mancanza di strategia decisionale: poca considerazione su definizione obiettivi, periodo di investimento, rischio, pianificazione finanziaria.

Se le scelte finanziarie ci accompagnano in tutto il nostro ciclo di vita economico, l’attenzione al tempo lungo diventa un valore su cui confrontare gli esiti e un prezioso fattore di discernimento, nel differenziare l’utilità di un prodotto rispetto al risultato immediato. In sostanza, conservare una visione di lungo periodo anche nell’immediato, aiuta a non privilegiare scelte monotematiche di prodotto spesso rischiose.

Seguire un percorso educativo inizia dal porci qualche semplice domanda:

Perché risparmio? Quanto sono disposto a rischiare? Conosco le mie entrate e le mie spese per decidere qual è la mia reale capacità economica, rispetto al rischio finanziario che sto assumendo? Quando avrò bisogno del denaro investito?

In un mondo complesso come l’attuale, dietro a semplici domande, possono nascondersi percorsi individuali e familiari altrettanto complessi.

Come afferma Annamaria Lusardi (Comitato Nazionale di Educazione Finanziaria):

“L’educazione finanziaria non è una risposta alla crisi, è una risposta al mondo che cambia”.

E l’unica strada per passare dall’ansia finanziaria alla consapevolezza.

Maria Luisa Visione