Pensioni: parte il beneficio del part time agevolato

Pensioni: parte il beneficio del part time agevolato

Il contesto economico – dati Istat

A maggio 2016, secondo l’Istat, l’indice di fiducia dei consumatori italiani scende rispetto al mese precedente a 112,7 da 114,1. Peggiorano i giudizi e le attese sulla situazione economica dell’Italia (a -47 da -39 e a 3 da 8, i rispettivi saldi) e le aspettative sulla disoccupazione (a 25 da 21, il saldo). Inoltre, dal 1982, in 34 anni di serie storiche, si osserva il dato più basso di crescita delle retribuzioni contrattuali orarie (0,6% ad aprile). Ma non per i dipendenti della pubblica amministrazione, per i quali la crescita è addirittura nulla.

La circolare Inps n. 90 del 26 maggio 2016

Il tema delle pensioni è legato a doppio filo con quello del lavoro e delle retribuzioni. Oggi i lavoratori devono fare i conti con l’allungamento dell’età pensionabile. Nella direzione di accrescere l’offerta di lavoro potenziale del sistema e di mitigare gli effetti della legge Fornero, l’Inps è intervenuta con la circolare n. 90/2016. La circolare regolamenta il diritto di accesso al Part-time agevolato per i dipendenti a tempo indeterminato del settore privato e per i dipendenti di enti pubblici economici (EPE), purché l’ente svolga in via principale o esclusiva un’attività economica (art. 2082 cod. civ.). Possono accedere al part-time agevolato coloro che hanno già maturato il requisito minimo contributivo e che perfezioneranno quello anagrafico entro il 31 dicembre 2018. In particolare, il lavoratore può concordare con il datore di lavoro la riduzione dell’orario pieno dal 40 al 60%, per un periodo non superiore a quello intercorrente tra la data di accesso al beneficio e la data di maturazione dell’età anagrafica minima di vecchiaia. Si prevede il riconoscimento di contributi figurativi previdenziali, commisurati alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata. Ma questi sono a carico dello Stato purché ci siano le risorse, dal momento che potranno essere riconosciuti entro il tetto di 60 milioni di euro per il 2016, 120 per il 2017 e 60 per il 2018. A fronte della minore retribuzione il lavoratore riceverà dal datore di lavoro una sorta di bonus calcolato sulla base della contribuzione previdenziale corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata; somma esente da imposta e non soggetta ad alcuna forma di contribuzione obbligatoria. Il perfezionamento dei requisiti di pensione anticipata non comporta di per sé la decadenza dal beneficio, ma il conseguimento della stessa sì. Inoltre, il part-time agevolato è incompatibile con altra attività lavorativa. Infine, l’accesso al beneficio deve essere autorizzato dall’Inps. Le istanze potranno essere presentate telematicamente dopo il 2 giugno, data di entrata in vigore del decreto ministeriale del 7 aprile 2016.

La scelta del lavoratore è quindi tra una minore entrata presente – compensata in parte dal bonus esentasse – e il tempo liberato, che però non potrà destinare a generare nuovo reddito attraverso altra attività lavorativa. Una scelta di qualità della vita in un contesto difficile, come registrano i bollettini economici. Per la creazione di lavoro, invece, vedremo in futuro se la misura funzionerà.

Maria Luisa Visione