Criptovalute: Jimmy Wales riapre il dibattito sulla loro affidabilità

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Le recenti parole di Jimmy Wales, co-fondatore di Wikipedia, sulle criptovalute hanno scatenato un vero e proprio putiferio. «In questo momento si trovano in una bolla», ha dichiarato Jimbo che ha proseguito imperterrito: «Penso si tratti di un settore nel quale c’è bisogno di vero giornalismo», come ad affermare che la stampa è stata troppo permissiva ed entusiasta verso le criptovalute. 

L’attacco diretto del cinquantaduenne Wales, riportato dagli esperti di Criptomag.it, riapre il dibattito sulle criptomonete nel momento in cui il bitcoin sta subendo un drastico calo. Dopo una fase di stabilità intorno agli 8.000 dollari, al momento, la creatura di Nakamoto è precipitata sotto quota 6.500. Con queste premesse, la tesi di Wales cavalca i dubbi e le paure di investitori ed esperti del settore. E se, alla fine, le criptomonete si rivelassero sul serio un grande bluff? 

L’opinione di Thomas Lee

Thomas Lee ha recentemente avanzato un’ipotesi interessante sul recente declino dei bitcoin. Per il celebre ricercatore di Fundstrat tutto partirebbe dalla recente scadenza dei contratti future. Per chi non lo sapesse, questi ultimi sono un accordo per comprare o vendere risorse, in una data e ad un prezzo specifico. La differenza tra questo tipo di accordo, rispetto a quelli dei mercati comuni è che, una volta che le due parti hanno stipulato il contratto entrambe devono comprare e vendere al prezzo concordato, indifferentemente da quello di mercato nel momento dell’esecuzione. Secondo la ricerca effettuata da Lee, solitamente il valore del Bitcoin diminuisce di circa il 18% dieci giorni prima alla scadenza dei contratti; generalmente il prezzo si riprende sei giorni più tardi. 

L’opinione di Lee ha aperto un dibattito che ha coinvolto Chris Concannon, presidente di CBOE Global Markets. Quest’ultimo è entrato a gamba tesa affermando che: «La nozione che i contratti future abbiano materialmente compromesso il prezzo del Bitcoin sopravvaluta la loro influenza e ignora altri fattori chiave». Secondo la sua opinione il crollo dei bitcoin è legato ad altri fattori come «l’introduzione di imposte, la nascita di altre criptovalute e l’interesse in calo da parte dei media».

Entrambe le tesi nascondono un fondo di verità, ma nessuno dei due ha una visione totale del problema. 

Criptovalute: verità o finzione?

Le parole di Jimmy Wales hanno riaperto un dibattito che sembra essere uno dei tanti «dubbi secolari». Le criptovalute sono bolle o realtà? Dopo nove anni nessuno ha la risposta. Wales afferma che «Il mondo delle criptovalute si trova certamente in una bolla. Non penso ci siano molte persone che possano negarlo». Se questa parte è vera, lo è altrettanto quella contraria: nessuno può dimostrare che le criptomonete siano una bolla. Il co-fondatore di Wikipedia è uno dei tanti pessimisti che aspetta fiducioso che sul fiume passi il cadavere dei bitcoin. 

Un suo «collega» in materia è l’economista del colosso Vanguard Group Joe Davis, come si legge su Borsainside.com, ha fatto una previsione molto simile a quella illustrata ad inizio articolo. Secondo lui il prezzo del Bitcoin prima o poi crollerà a zero. Per motivare la sua tesi l’economista afferma che Bitcoin oggi non risponde ai criteri di una valuta e, al tempo stesso, si presenta come uno strumento di scambio delle basi dubbio e caratterizzato da una volatilità molto alta.  Inoltre, a differenza degli asset tradizionali non ha la capacità di generare un flusso di cassa. 

Le tesi esplicitate fin qui, però, tengono conto solo ed esclusivamente del valore economico dei Bitcoin e non della sua struttura in sé, basata sulla Blockchain. In realtà, proprio il «libro mastro» potrebbe essere «l’arma segreta» a disposizione delle criptomonete. Sono in molti a scommettere sul suo sdoganamento in ambito finanziario e imprenditoriale, grazie ad un sistema di sicurezza unico al mondo. Ora, è possibile che la blockchain sopravviva senza i bitcoin, ma è altrettanto probabile che, una volta compreso appieno il meccanismo del tutto nuovo che le criptomonete stanno portando avanti, entrambi resistano. Al momento, forse, l’unica verità è che il prezzo del bitcoin è più alto del suo reale valore finanziario, ma questo non basta per affermare automaticamente che si tratti di una bolla.

Fonti Bibliografiche

Criptomag – Il primo sito italiano su bitcoin e criptovalute

Borsainside.com: Guida Borsa italiana/Milano, quotazioni, trading