Brexit: effetto domino?

cameron Brexit: effetto domino

Le reazioni al voto referendario di Londra si intrecciano in un fiume in piena, quasi a voler fermare l’innesco chiamato terremoto politico che nessuno, in realtà, può dominare davvero. Di conseguenza, la voglia di risolvere al più presto la questione potrebbe facilitare il divorzio consensuale e un negoziato più snello tra l’Ue e la Gran Bretagna. D’altra parte, però, alcuni aspetti tecnici, sull’orologio che porterà gli Stati dell’Ue a diventare 27, sono ancora da chiarire. Inoltre, il fatto che sia possibile una contrattazione, può rafforzare l’idea di altri Paesi di esplorare il terreno e di prendere posizione rispetto al tema Unione Europea. Lo scenario che si prospetta non è semplice.

Francia

Marine Le Pen, leader del Front National, ha già dichiarato di voler lanciare un referendum analogo in Francia e anche se ha ricevuto un secco no da Hollande, non mollerà la presa durante tutta la sua campagna elettorale verso il voto del 2017.

Olanda

Da qualche giorno il neologismo Nexit, coniato dal think thank londinese Capital Economics, in uno studio di 160 pagine relativo al rapporto costi/benefici sull’eventuale uscita olandese dall’Ue, ha fatto il giro dei social network, nonostante le critiche alla matrice del paper (Capital Economics è punto di riferimento degli anti-Ue).  Al risultato elettorale britannico, il leader del partito euroscettico Wilders ha esultato: “è tempo per un nuovo inizio facendo affidamento alla nostra stessa forza e sovranità, anche in Olanda”.

Austria

Partiti e movimenti euroscettici sono cresciuti e se alle elezioni politiche del 2018 dovesse vincere la Fpo, il partito di destra non favorevole all’Ue, non è da escludere la consultazione referendaria per l’uscita anche a Vienna.

Polonia, Finlandia

Alle ultime elezioni Beata Szydlo, primo ministro del partito anti-Ue Diritto e Giustizia ha trionfato in Polonia e il partito nazionalista dei Veri Finlandesi è diventato la seconda forza politica della Finlandia.

Scozia, Irlanda, Italia

Gli Scozzesi prospettano l’indipendenza e la volontà di separarsi dalla Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord quella di riunificarsi per mantenere un ruolo nell’Ue. In Italia, invece, il risultato del prossimo appuntamento con il referendum costituzionale potrebbe aprire importanti elementi di riflessione sul tema.

Il rischio politico di un effetto domino è concreto. D’altra parte se la Gran Bretagna, passata la burrasca economica, tornerà più forte dimostrando che l’uscita dall’Ue è davvero possibile, ciò segnerà un precedente, la strada su come è di fatto realizzabile. Mostrerà anche i costi effettivi e su quali basi reali fare una scelta circostanziata. Compito di chi ne ha il potere, a mio parere, è evitare che la speculazione finanziaria diventi protagonista per troppo tempo e tutelare la stabilità e la fiducia del sistema economico. L’espressione democratica della volontà di un popolo, al di là delle convinzioni e opinioni personali, non deve essere oggetto di strumentalizzazione, ma indicare il modello socio-economico al quale le persone vogliono appartenere.

Maria Luisa Visione