Banca Cras-Bancasciano, fusione vicina. Faccendi: “Opportunità”.

La lettera d’intenti c’è. Florio Faccendi, presidente di Banca Cras, quanto è vicina la fusione con Bancasciano?

Si comincia ora con la definizione del piano industriale e quindi con l’analisi di sostenibilità che faremo e che prelude ad un’aggregazione importante per i territori di competenza e per gli assetti del credito cooperativo toscano”.

Una scelta che segue gli indirizzi di vigilanza e i cambiamenti che verranno messi in campo dal Governo già all’inizio del 2016…

Il Governo ha già previsto migliaia di trasformazioni degli istituti di credito in spa, trasformazioni che riguarderanno anche il Credito cooperativo. Una riforma che tenderà a trasformarci in un gruppo bancario a livello nazionale, una svolta epocale spinta a livello europeo rispetto al quale noi, in Italia, siamo atipici rispetto agli istituti analoghi degli altri Paesi comunitari. L’ultima parola spetterà ai soci naturalmente ma è una grande opportunità. I crediti cooperativi perderanno un po’ di autonomia perché ci sarà un capogruppo appunto a livello nazionale che indirizzerà alcune azioni ma non per altre e comunque si tratta di una strada che Banca Cras ha iniziato a percorrere, a piccoli passi, dal 2009. Le fusioni fatte e quelle che faremo ci permetteranno di avere un peso specifico maggiore, saremo la seconda banca in Toscana per importanza. Una fusione che porterà nuove opportunità e possibilità di sviluppo economico e sociale su tutti i territori di competenza, quindi, grazie alla maggiore capacità economica e patrimoniale: rispondere alle nuove esigenze dimensionali indotte dalla normativa e dal mercato non farà perdere di vista le peculiarità del credito cooperativo e la storia delle banche».

Aggregazione con Bancasciano: perché?

Bancasciano è sempre stata una banca ‘consorella’, abbiamo in comune i principi fondanti cooperativi ed una territorialità contigua. Loro hanno cento anni di storia e anche dei tentativi precedenti di fusioni, con Montepulciano in primis, non approvate dai soci. La situazione ora è matura, dobbiamo percorrere la strada per la creazione di poli importanti. Un legame che avrà impatto solo positivo: noi andiamo ad aumentare il valore con servizi che loro ancora non hanno, dal private all’assicurazione per fare degli esempi. Il contesto economico è cambiato e l’indirizzo della vigilanza è questo. Per i clienti non cambierà niente, la riforma è tesa a creare maggiore coesione nel Credito cooperativo e maggiore stabilità, indirizzo che tutta Europa seguirà. Non sarà il passo più lungo della gamba ma la volontà di stabilizzare il sistema bancario a livello europeo”.

I numeri diventano importanti, con la fusione: 5 province (Arezzo, Grosseto, Livorno, Pisa e Siena), con 33 filiali, su 67 comuni di competenza e con oltre 90 milioni di patrimonio. E risultati in crescita… Cosa cambierà per i dipendenti di Bancasciano?

Niente, non ci saranno riduzioni di personale anzi, la prospettiva è quella della crescita, mantenendo la prospettiva chiara del futuro. Oggi più che mai essere lungimiranti e solidi, altrimenti non si regge nel mercato”.

Katiuscia Vaselli