Via Lucherini: la via per la Madonna di Provenzano

Via Lucherini fu costruita per creare l’accesso principale alla basilica di Provenzano, essendo via del Moro piuttosto stretta e disagevole.

Via Lucherini unisce via Sallustio Bandini alla piazza di Provenzano, costituendo oggi il principale accesso all’omonima Collegiata. Proprio questa, in effetti, fu la funzione per cui venne creata ex novo, trattandosi di una strada che non esisteva fino ai primi del Settecento. La basilica mariana, la cui costruzione iniziò nel 1595, era stata consacrata nel 1611 e per alcuni decenni fu raggiungibile soprattutto attraverso via del Moro. Le stesse solenni cerimonie dell’11 ottobre 1611, quando appunto fu traslata al suo interno la terracotta raffigurante la “Madonna di Provenzano”, e del 1 novembre 1681, quando quest’ultima fu portata in processione per la Domenica in Albis, transitarono da qui.

Via del Moro, tuttavia, era piuttosto stretta e disagevole, per cui nel febbraio del 1682, appena qualche mese dopo la processione in Albis, il Rettore e i Savii dell’Opera di Provenzano presentarono istanza alla Balia chiedendo di poter attuare una serie di interventi che aumentassero il prestigio dell’istituzione, tra cui il più importante riguardava la realizzazione di una nuova, ampia e decorosa via d’accesso alla Collegiata.

In particolare si invitava, “per rifinimento della Chiesa di detta Opera”, ad “aprire una strada più commoda, e che con maggior decoro porti alla detta Chiesa, che rindonderebbe non solo in maggior venerazione di detta santa imagine, ma anche in ornamento della Città, e decoro delle pubbliche processioni, e delle gite dell’eccelsa Signoria, e de Principi e personaggi, particolarmente forestieri, che vengano a visitare questa miracolosissima imagine”.

La risposta fu assai sollecita e già il 20 febbraio la Balia deliberava, con dieci voti favorevoli e cinque contrari, di concedere l’apertura della nuova strada di Provenzano, dal canto della casa Avveduti alla basilica, autorizzando una spesa di 1500 ducati per l’acquisto delle case da abbattere e per la realizzazione delle opere necessarie. Ispiratore di tale iniziativa fu Alcibiade Lucarini (o Lucherini) Bellanti, che dal 1677 era rettore dell’Opera di Provenzano, carica che mantenne fino alla morte, avvenuta nel 1724.

Figura di grande rilievo della società senese del secondo Seicento, Cavaliere di Santo Stefano e docente presso lo Studio senese, il Lucherini ricoprì a più riprese incarichi prestigiosi a livello cittadino, come ad esempio quello di Ufficiale di Balia e di Capitano del Popolo. Proprio in suo onore sin dallo stradario del 1861 la strada si chiamò costa Lucherini, per poi essere denominata via Lucherini nel 1871.

La sua effettiva realizzazione, però, prese avvio solo un decennio più tardi, intorno al 1691, e si protrasse almeno fino agli anni Venti del Settecento. Un ruolo fondamentale nell’esecuzione dei lavori fu svolto fa Jacomo Franchini, al quale tuttavia non si deve il progetto originario presentato alla Balia nel 1682, quando questi aveva appena 16 anni (era nato nel 1665).

Ne scaturì una strada di notevole ampiezza e assai ricca di apparati decorativi; su entrambi i lati, infatti, vennero realizzate varie campate che seguono l’andamento planimetrico in discesa della strada, costituite da una sequenza di archi ciechi a tutto sesto, poggianti su massicci pilastri e inquadrati da lesene sormontate da una cornice.

La strada Nuova di Provenzano, infatti, fu ideata per rispondere alle esigenze del centro di culto, e dunque come se si trattasse di un allestimento processionale e un percorso devozionale permanente, in sostituzione degli apparati effimeri che all’occorrenza venivano approntati.

Maura Martellucci

Roberto Cresti