Via di Follonica: i “follatori” dei panni di lana

Il nome di via di Follonica deriva dal latino “fullones”, lavatori di panni di lana che lavoravano in questa parte della città.

Via di Follonica si dirama da via di Pantaneto e porta in piazzetta Virgilio Grassi e nella valle omonima. Oggi il toponimo contraddistingue solo la via che ci troviamo di fronte e la valle che si apre una volta attraversata la piazzetta Virgilio Grassi ma un tempo indicava anche una fonte importante ed una porta delle mura urbane. Il nome Follonica deriva dal latino “fullones“, cioè dai lavoratori di panni di lana che operavano in questa zona di Siena. La “follatura” era una fase importantissima nella lavorazione che consisteva nell’immergere il panno appena tessuto in bacini d’acqua e soda e nel pestarlo; talvolta il panno veniva sottoposto ai colpi di pesanti mazze, mosse spesso da un mulino ad acqua.
La fonte di Follonica, collocata inizialmente fuori dalle mura, esisteva già nel 1226 come appuriamo dai libri di Biccherna. Fortificata negli anni Settanta del XIII secolo, insieme a Fontebranda e alla fonte di Pescaia, per paura delle incursioni nemiche, dato che a questa data c’erano già state battaglie fondamentali per la storia di Siena quali Montaperti e Colle Val d’Elsa. In questa occasione la fonte viene dotata di un lavatoio che, però, per le difficili condizioni del terreno si interra frequentemente. La presenza di una fonte e, quindi, la presenza di acqua in questa valle fece sì che vi si impiantassero molteplici attività artigianali.

Operano, ad esempio, nella zona di Follonica varie fornaci di mattoni, tanto che nel 1290 viene deliberata la costruzione di un ponte che attraversi la via di Follonica e consenta di raggiungere le fornaci stesse. Questo provvedimento serve per evitare che il traffico sostenuto dissesti la strada da poco lastricata. Dopo la peste del 1348 la fonte di Follonica cade progressivamente in disuso a vantaggio di altre più centrali e, quindi, più fruibili dalla popolazione.
Il toponimo però è rimasto fino ai nostri giorni, sopravvissuto anche dopo la scomparsa dell’omonima porta (ubicata alla fine di via Sallustio Bandini, verso l’attuale piazzetta Virgilio Grassi) avvenuta a seguito dell’allargamento della cinta muraria. Per quanto riguarda l’origine del termine bisogna dire che il mestiere dei “fullones” già ampiamente attestato dall’epoca romana, ha lasciato ampie tracce nella toponomastica italiana. Vicino a Torrita di Siena, ad esempio, esiste Montefollonico. Anticamente il paese si chiamava Monte a Follonica, cioè luogo dei lavoratori di panni.

Maura Martellucci

Roberto Cresti