Tre donne: amore, dolore e presto il teatro

Ha all’attivo numerose pubblicazioni – saggi di critica letteraria principalmente – e oggi, l’ultima sua creatura sta per arrivare a teatro. Lui è il professor Francesco Ricci, docente di letteratura al liceo classico Piccolomini della nostra città, autore della rubrica di Siena News fiction&libri, poeta e scrittore vagamente dandy, rigorosamente appassionato, una figura che ricorda il professor Keating (straordinaria interpretazione di Robin Williams) del celebre film L’Attimo Fuggente.

 

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Tre donne – Anna Achmatova, Alda Merini, Antonia Pozzi edito da Nuova Immagine, prefazione di Alessandro Fo, è un testo intenso, che racconta con delicatezza la forza della passione e del sentimento ma anche del dolore più feroce. Professore, il suo libro fa il giro d’Italia e presto arriverà a teatro…
“Tre donne, presentato in diverse occasioni a Siena, poi a Colle val d’Elsa e nei prossimi mesi a Bologna, Roma, Pisa. Un libro che piace al pubblico e piace alla critica. Presto saremo a presentarlo anche Palazzo Morando, a Milano, e sarà presente anche una delle quattro figlie di Alda Merini. E poi lo spettacolo al quale Irene Stracciati, regista, sta già lavorando con tre attrici senesi. Dal libro ho ricavato una sceneggiatura e Irene sta facendo il resto. Di più non potrei desiderare da un punto di vista professionale”.
Come nasce l’idea di un legame tra le tre autrici?
“Sono tre autrici che amo molto. Le amo per il modo che hanno di dar voce ad alcune delle esperienze che più contraddistinguono e definiscono il nostro essere nel mondo. E’ il mio gesto d’amore nei loro confronti”.
Le pagine scorrono in un continuo entrare ed uscire, da parte dell’autore, dalla vita reale verso il mondo della poesia per poi tornare nei luoghi e negli spazi familiari o costruiti dall’emotività. Un movimento che trascina il lettore fuori e dentro sentimenti forti. Un effetto voluto? Ricci somiglia alle sue tre donne?
“La letteratura è un discorso sul mondo. Una volta Tzvetan Todorov ha scritto che essa ‘è più eloquente della vita quotidiana ma non realmente diversa’. È una considerazione, la sua, che sento di condividere. Per quanto concerne il secondo aspetto, quello della somiglianza tra queste tre donne e me stesso, posso dirti che ogni saggio è in qualche modo autobiografico. In Anna, Alda, Antonia, c’è qualcosa di me e c’è qualcosa delle donne che ho incontrato nella mia esistenza”.
C’è sempre l’autore e la sua realtà nei racconti, seppur di fantasia. Ma Ricci, che è professore al Classico, spiega così ai suoi studenti?
“Lo dico con umiltà, credimi, ma se c’è una cosa di cui andrò fiero in punto di morte, questa sarà anche la maniera con la quale ho svolto la mia professione di insegnante, vale a dire far scoprire ai ragazzi la bellezza e la diversità di mondi letterari che, in modi diversi, parlano di loro e a loro. Trovo deleterio un approccio ai testi di tipo esclusivamente interno, finalizzato cioè a studiare le relazioni che intercorrono tra gli elementi dell’opera”.

Katiuscia Vaselli