Siena News, la storia oltre la storia

Siena News compie vent’anni. Se ci penso quasi non ci credo, ma se ci penso bene in effetti sembra passato un secolo. Il nostro ufficio ipertecnologico constava di ben 2 linee telefoniche Isdn e ci sembrava di viaggiare sul web, nato appena tre anni prima, ad una velocità supersonica rispetto ai modem classici da 56k. Andavamo al doppio ma fra una pagina e l’altra potevi benissimo prenderti un caffè.
L’unico navigatore esistente era Netscape 1.0 che aveva anche un editor html semplificato che anche un giornalista neofita con un po’ di immaginazione poteva provare ad usare.
Fu con questi potenti mezzi che facemmo nascere Siena News. Nell’ottobre 1996 David Rossi, geniale innovatore, se ne uscì con questa idea che anticipava i tempi: un quotidiano on line, Siena News appunto. Come spesso capitava, lui metteva l’idea e io dovevo trovare come saltare il fossato che ci separava dalla sua realizzazione. Alessandro Bellucci fece il logo e la grafica, un nostro amico programmatore realizzò la struttura del template e con un programma di ftp mettemmo on line il primo sito di informazione della Toscana, uno dei primissimi in tutta Italia. Il modello era un omologo austriaco, del quale non ricordo più il nome, che in poco tempo aveva creato una vera e propria comunità attorno alle news giornalistiche con tutte le informazioni utili per i cittadini, gli eventi e molti commenti.

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Non riuscimmo a dare subito forma compiuta al progetto, i mezzi erano pochi e anche aggiornare una sola pagina richiedeva molto tempo. Partimmo con due notizie nuove al giorno e utilizzammo il Palio per farci conoscere. Per la Carriera facevamo uno sforzo enorme per le nostre risorse. Con una scheda Tv catturavamo le immagini di Canale 3 e dopo un po’ di ritocchi mettevamo on line i fotogrammi principali. Una fotocronaca della corsa che arrivava mezz’ora dopo la conclusione, bruciando sul tempo qualsiasi concorrente.
Dopo il primo Palio, leggendo i report dei contatti, mi resi conto della potenza di Internet. Avevamo collegamenti da oltre 50 paesi diversi e decine di migliaia di visualizzazioni sulle pagine. Erano tempi diversi, il web era molto meno affollato e chiunque nel mondo cercasse “Palio di Siena” sui motori di ricerca finiva da noi. Altri siti c’erano già, ma noi avevamo gli aggiornamenti in tempo reale… una rarità incredibile per l’epoca. Chi voleva sapere di Palio e non riceveva il segnale televisivo di Canale 3 non aveva scelta: c’era solo Siena News.
Anche le prime foto digitali nella storia del Palio sono state pubblicate su Siena News, grazie ad un accordo con Canon Italia e il fotografo Fabio Di Pietro. Erano utilizzate dalla Canon per testare il primo modello di fotocamera senza pellicola su un evento molto difficile da riprendere. Le pubblicavamo in tempo reale, prima però le ritoccavo con Photoshop per farle sembrare più vere!
Siamo stati noi, insieme a Mario Pasetto di Siena On Line a fare la prima diretta web nazionale in collaborazione con Italia On Line che mise a disposizione i propri server garantendo un’accessibilità in contemporanea a più di mille utenti (un’enormità per l’epoca).
Pochi sanno che fu proprio con Siena News che lanciammo la campagna web “Save Rocco Barnabei” (chi non ricorda la storia può trovarla qui). Grazie a Roberto Barzanti, allora vicepresidente del Parlamento europeo, Fabrizio Vigni parlamentare a Roma e poi Anna Carli, riuscimmo a mobilitare l’opinione pubblica fino al punto che anche Papa Giovanni Paolo II fece un appello per salvare il giovane italo americano di origini senesi. Non ci riuscimmo, ma la nostra petizione on line fece saltare i server web del Governatore della Virginia e, qualche anno dopo l’esecuzione di Rocco, il laboratorio che aveva eseguito il test sul Dna, la prova che lo incriminava, fu chiuso per sempre dopo aver appurato che in circa venti casi i risultati delle analisi non erano attendibili. Per quanto amara, fu una piccola soddisfazione.
Il nuovo millennio si aprì con l’arrivo dell’Adsl e di server web e computer molto più performanti. Cambiò un’epoca anche perché stava iniziando ad esplodere la bolla delle new economy e tutto il mondo stava iniziando a capire che per vedere il vero villaggio globale, che tutti pensavano lì dietro la porta, sarebbero stati necessari molti più anni del previsto.
Noi però continuammo per la nostra strada e ci costruimmo un Cms agile e veloce da aggiornare per facilitare il lavoro di inserimento di foto e news. Era un piccolo gioiello, facile da usare come la posta di gmail, immediato. Duro poco però, perché per problemi di aggiornamenti e compatibilità passammo a wordpress e lì cominciai a disamorarmi di Siena News. La fase pionieristica era finita e il web ci stava superando. Ci volevano più investimenti, più azienda e meno artigianato, c’era ben poco da inventare.
O almeno così pensavo, ma mi sbagliavo. La cosa bella della rete è che per quanto arrivino i colossi e le multinazionali c’è sempre spazio per la creatività e l’inventiva di chi sa capire cosa accadrà domani.
I social non esistevano, figuriamoci le app e i tablet, gli smartphone! L’e-commerce stentava a decollare e la pubblicità latitava. La prima volta che vidi Facebook mi chiesi seriamente: ma a cosa serve? Non sapevo proprio cosa farci con quella bacheca virtuale dove potevo postare commenti e foto.
Da inventare c’era molto, quasi tutto, soltanto non lo vedevo.
Così dopo aver capito di aver preso una cantonata mi sono rimesso a frequentare web e social con quel vecchio spirito pionieristico e chissà che un po’ di cose nuove alla fine non riesca a farle anche a 53 anni suonati.

In fondo il nuovo Siena News diretto da Katiuscia assomiglia molto alla prima versione, fatta di notizie proprie e non di comunicati, di approfondimenti e di commenti. Di giornalismo vero insomma, senza pretese, locale, ma genuino come i nostri prodotti artigianali. E interessante, con contenuti che non torvi ovunque e che puoi leggere solo qui. Altrimenti oggi non hai più un motivo per scegliere un sito piuttosto che un altro. L’informazione ci pervade, quasi ci assale ma è tutta omologata e, come sanno bene coloro che si occupano di comunicazione, indistinguibile, uguale e quindi inutile. Per vivere la nuova era social, dove anche siti e testate diventeranno quasi superflui, serviranno contenuti unici, commenti condivisibili e autorevoli. Serviranno idee e creatività, proprio come venti anni fa.
David Taddei