Piazza Tolomei: il potere di una casata

L’antica “platea Sancti Cristophori”, però, non coincideva esattamente con l’attuale piazza Tolomei, intanto perché l’area si presentava profondamente diversa dall’odierna da un punto di vista altimetrico.

Piazza Tolomei si apre su Banchi di Sopra e deve il suo nome ad una famiglia che ha fatto la storia di Siena. Palazzo Tolomei fu costruito una prima volta tra il 1208 e il 1209, come edificio principale del munito castellare che la ricca famiglia di banchieri e mercanti aveva cominciato a fortificare lungo la Francigena sin dal secolo precedente. Dopo la battaglia di Montaperti e le tensioni sociali che ne seguirono, però, nel 1267 il palazzo originario fu quasi completamente distrutto dai ghibellini, in quanto la famiglia Tolomei parteggiava per la parte guelfa e molti dei suoi membri più in vista avevano abbandonato la città sin dal dicembre 1262, recandosi in esilio a Radicofani, all’epoca terra sicura essendo sotto il controllo papale. Rientrati a Siena insieme agli altri esuli nell’agosto del 1270, i Tolomei prima si presero la rivincita sui Salvani, radendo al suolo il loro castellare, che si affacciava proprio sulla piazza davanti a San Cristoforo, e poi avviarono la ricostruzione del proprio palazzo, peraltro subito danneggiato da un furioso incendio nel 1277. Finito di restaurare nel 1971, il palazzo Tolomei è senz’altro uno dei più nobili ed eleganti della città.

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Per ciò che concerne la piazza che oggi porta il loro nome, invece, dal XII secolo essa viene identificata dai documenti con l’appellativo di “platea Sancti Christophori”, assumendo sin dai primordi dell’età comunale una rilevantissima funzione pubblica. La prima citazione di questa area urbana risale ad un atto di vendita del 1088, che costituisce anche la prima menzione della chiesa di San Cristoforo con annesso ospizio, intorno a cui si era formato un borgo, all’epoca ancora extra-moenia. L’agglomerato edilizio si era sviluppato lungo la Francigena, come d’altronde testimonia la stessa dedicazione della chiesa. Secondo una nota leggenda, riferibile peraltro proprio al secolo XI, Cristoforo, propriamente “colui che porta Cristo”, per ingraziarsi il Signore aveva deciso di traghettare sulle spalle i viandanti al di là di un fiume pericoloso, divenendo così il protettore dei viaggiatori.

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L’antica “platea Sancti Cristophori”, però, non coincideva esattamente con l’attuale piazza Tolomei, intanto perché l’area si presentava profondamente diversa dall’odierna da un punto di vista altimetrico; a conferma di ciò, nel piano interrato del palazzo Tolomei all’epoca dei restauri di fine anni ’60 del Novecento fu ritrovata una torre preesistente, e perciò databile a prima del Duecento, il cui piano terreno si trova 3 metri sotto il livello stradale dei giorni nostri. Ma sostanzialmente differente era anche il suo assetto urbanistico, perché la chiesa era assai più lunga di oggi, protendendosi verso il palazzo Tolomei di circa 8 braccia (quasi 5 metri). Questo spazio, dunque, era abbastanza angusto, eppure divenne il “cuore” della prima Siena comunale: molti degli atti di sottomissione alla città dei signori del contado, avvenuti nel corso del XII secolo, furono stipulati proprio nella “platea Sancti Christophani”, in presenza delle massime autorità ecclesiastiche, in specie durante il vescovado di Ranieri (1129-1168), e civili (consoli e balitori), nonché del popolo tutto riunito nel cosiddetto “parlamentum” o “concione”, fulgido esempio di partecipazione attiva della cittadinanza agli affari pubblici.

All’inizio del Duecento la funzione pubblica della piazza San Cristoforo venne meno, probabilmente anche a causa della coeva edificazione del palazzo Tolomei, ma non quella della chiesa, che divenne la sede del Consiglio del Popolo o della Campana, almeno fino agli anni Sessanta del secolo. Dopo la costruzione del palazzo di famiglia, l’area prese il nome di “platea Thalomeorum”, attestato non di rado già dai documenti due-trecenteschi, e alcuni membri della famiglia venivano qualificati come “de platea”, in primis Tolomeo, attestato in un atto del 1193, e Iacopo, probabili fondatori del palazzo stesso.

Maura Martellucci
Roberto Cresti