Palio, il bozzetto che fa il giro dei social e riscuote il plauso dei contradaioli e dei critici d’arte

Ci piace condividere oggi il post pubblicato da Stefano Ricci Cortili sul Drappellone perché lui, antropologo dell’università di Siena, abile illustratore – un suo disegno pubblicato su Nature ha fatto il giro del mondo con oltre 30 milioni di visualizzazioni – e profondamente attaccato a Siena e alle Contrade, aveva deciso di presentare un bozzetto per il Palio straordinario. All’indomani della presentazione ufficiale che sta evolvendo con critiche sul Palio ‘copia-incolla’ dell’artista Montesano che, sappiamo, è famoso per le sue riproduzioni, Ricci Cortili pubblica una riflessione sul Drappellone e mostra le foto del suo bozzetto. Che risucote immediato successo perché trasmette emozioni forti. Immediate le reazioni, tanto che lui stesso si dice stupito di quanti gli hanno scritto e non solo contradaioli, senesi ma anche nomi importanti dell’arte.

“Ho aspettato per correttezza la presentazione ufficiale del Drappellone per il Palio Straordinario del 20 Ottobre. Pubblico la mia proposta, il bozzetto da me SPONTANEAMENTE CONSEGNATO, all’Ufficio Palio del comune di Siena. Premessa doverosa: ho detto NO e pubblicamente, a questo Palio, per diverse motivazioni. Sono un’ illustratore di professione, inserito nel Dizionario degli Illustratori Scientifici Europei Contemporanei, con curriculum Internazionale, vivo a Siena, mi sono sentito in dovere, amando questa città e la sua sacra festa, di dare il mio contributo, nel caso ce ne fosse stato il bisogno, visti i tempi stretti dell’organizzazione e visto che non era ancora (?) stato deciso a chi affidare la realizzazione del drappellone. Non ho MAI scalpitato per realizzare il Palio, ho solo partecipato al concorso pubblico del 2012. Ho presentato questo bozzetto per “ spirito di servizio”…chi ci vuol credere ci creda se no mi dispiace ma è così.

Ho pensato ad un drappellone dai toni contrastati, zero colore, un velato giallo ocra. Non mi riesce di pensare alla Grande Guerra a colori. L’ immagine doveva essere nel mio intento, un’ immagine iconica, solenne, che potesse sembrare quasi una scultura, ambientata la dove la Guerra si è combattuta, in alta montagna. Ho visto quei luoghi con i miei occhi, e sono immagini per me ancora angoscianti, di solitudine. Quindi un solo alpino ed una sola croce…e la montagna. In alto a destra il LOGO del Governo per celebrare il centenario del conflitto.

In basso la data e sotto la motivazione della ricorrenza. Rappresentare le contrade all’interno di un’ immagine forte e non colorata è stata la cosa più difficile. Ho pensato quindi a 10 medaglie al valore, con la fascetta con i colori delle contrade cucita sul drappellone, e la medaglia con il simbolo della contrada, in bronzo. (Allertati subito colleghi che mi avrebbe fatto questo servizio e velocemente).Naturalmente i simboli delle contrade erano state presentate tutte uguali con i colori italiani non conoscendo ancora le contrade estratte. Ai lati del drappellone, lungo i cordoni, grossi papaveri rossi. Il papavero rosso fu scelto come simbolo della Giornata della Rimembranza in seguito alla poesia “In Flanders Fields” (Nei campi delle Fiandre) scritta dal medico militare e tenente colonnello dell’esercito canadese John McCrae. Da allora il papavero rosso rappresenta tutti i caduti della prima Guerra Mondiale. Da questa poesia il nostro Fabrizio De Andrè si è ispirato per il brano La Guerra Di Piero, i cui ultimi versi ho voluto rappresentare nel retro del drappellone.

ULTIMA COSA: non pubblico questo drappellone per qualche LIKE…NON MI INTERESSA. Lo pubblico perché mi è costato del tempo e ho paura che non sia stato nemmeno visionato. Quindi gli rendo almeno un po’ di vita. Una considerazione lasciatemela fare. Non Sono nato a Siena ma NOI, ripeto NOI senesi dobbiamo smetterla di dire (so che è una battuta), ”il cencio si piglia anche bianco” NON ce lo possiamo più permettere. I nostri Musei sono ricchi di drappelloni fatti dai maggiori artisti senesi, italiani, internazionali. Sono diventati scrigni dove è rappresentata l’evoluzione della pittura soprattutto degli ultimi 60,70 anni…Un unicum che ha pochi confronti, perché i vari artisti si sono dovuti impegnare a rappresentare la loro creatività ma costretti da misure precise e simboli da inserire…ma in quale altra parte del Mondo?.

Quindi, giustissimo pensare al serbatoio d’artisti senesi ma non pensare, come ho sentito, di coinvolgere scuole d’arte, Istituti etc..per favore..SI invece ad una commissione di esperti d’arte che eviti di mettere nei nostri scrigni bigiotteria e non smeraldi veri”.