il futuro è nel passato: riflessione sulle Contrade

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foto di Antonio Cinotti

Domenica 31 maggio avverrà il primo atto ufficiale della stagione paliesca 2015 con l’estrazione per il completamento numerico delle Contrade che parteciperanno alla carriera di luglio. Tutto come comandato dal regolamento del Palio, ma oggi si apprende la notizia che la Fondazione MPS agevolerà l’aumento di capitale scendendo ulteriormente alla quota 1.55%. Quali ripercussioni potrà avere questa nuova condizione economica sulla città?

Dopo gli anni aurei in cui le Contrade hanno ricevuto finanziamenti dalla fondazione e dalla legge speciale per Siena, utilizzati per vari rifacimenti che hanno interessato le nuove società di contrada e le strutture museali, dovranno ridimensionare la fase progettuale e ripensarsi in termini di risparmio, adeguando la propria capacità di mantenimento dei beni ad esse affidati. Allo stessa maniera sarà ulteriormente importante l’apporto del volontariato nell’utilizzo della manodopera interna che diventa, oggi come ieri, di fondamentale importanza. Una ricchezza non meno essenziale di quella economica sta proprio nelle possibilità che l’aggregazione contradaiola può offrire laddove la potenzialità economica non possa più arrivare. Questo vale per le strutture a noi arrivate storicamente dal passato a cui dobbiamo prestare una cura assoluta affinchè, possano queste, essere tramandate ai nostri eredi. Sapendo in quale condizione versino i conti pubblici comunali, servirà una forte riflessione su questi concetti ed, eventualmente, la riflessione stessa porti alla convinzione di una condivisione del mantenimento  con le Contrade, su quali beni disposti nei vari territori, debbano essere mantenuti dal Comune e quali dalle Contrade stesse.

Altro argomento di riflessione è quello relativo all’apertura delle strutture museali contradaiole avvenuta nell’inverno scorso in modalità privatistica. Le nuove strutture museali di tante Contrade offrono percorsi di notevole interesse e possono offrire agli osservatori, una conoscenza molto meno superficiale della storia civica presa dal punto di vista antropologico culturale ed offerta dai reperti storici in esse conservati.

Ci piacerebbe conoscere i risultati  dell’apertura dei musei  per comprendere quanto possa essere importante la concessione di visita ai turisti della tradizione privatistica delle Contrade. Il concetto di “museo diffuso” potrebbe risolvere l’annosa discussione inerente alla creazione del museo del palio ma solo se, grazie ai frutti delle visite, le Contrade potranno salvaguardare i beni che, con tanta dedizione, hanno contenuto e mantenuto negli anni della loro storia. Ricordiamoci sempre che in ogni comunità i feticci sono feticci e non sono semplici da rendere pubblici.

 

Luca Virgili