Il Palio di Sinta, un salto nel 1955

Un tiepido applauso ha accolto il Palio dell’artista Sinta Tantra. Un drappellone ‘diverso’, bello, ma lontano dalla tradizione a cui siamo tanto affezionati. O forse no?

Accoglienza tiepida per il Drappellone dell’artista di origini balinesi, Sinta Tantra, che ieri è stato svelato nel Cortile del Podestà. Forme geometriche e colori inusuali, morbidi, una commistione di tinte che ricordano l’atmosfera magica di Bali e vogliono richiamare il mondo femminile delle Contrade, da cui Sinta è rimasta piacevolmente colpita.

Ed il femmineo universo è ancora protagonista in primo piano, con la Saffo di Duprè che occupa il centro del drappo, tracciata da linee semplici, pallida nella riflessione che l’accompagnerà al suicidio.

Un impatto strano, sicuramente, diverso da quel formicolìo che siamo abituati a sentire, un Palio non tradizionale che trova difficoltà nell’incontrare l’apprezzamento dei senesi, non tanto per le palesi qualità artistiche, quanto per il suo viaggiare in terre lontane dalla tradizione a cui siamo affezionati.

O forse no? 

Perché se ci guardiamo alle spalle, se volgiamo lo sguardo a 62 anni fa, ci imbattiamo in un Cencio sicuramente colmo di tratti canonici e… Incredibilmente simile al Palio di Sinta.

Realizzato da Dino Rofi e vinto dalla Selva con il fantino esordiente Romanino e la cavalla Archetta, qui sotto potete notare come la struttura ad arcata si ripete, come le forme geometrice si somigliano e come la presenza e l’aspetto degli alberi sia la medesima mentre il primo piano è occupato dal personaggio, con la Madonna che spicca in alto, incastonata nell’arco. Nel Palio del ’55, dedicato al quinto centenario della nascita del Pinturicchio, si rivede l’opera dell’artista quattrocentesco in cui è raffigurato l’incontro tra Federico II ed Eleonora d’Aragona, fuori Porta Camollia.

Insomma, alla fine, il Palio di Sinta Tantra si rivela più tradizionale di altri!

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