Palio, se le sanzioni sono senza regole

Sul complesso delle sanzioni emesse dalla giustizia paliesca per quest’anno c’è di che riflettere e magari far riflettere chi ne ha la responsabilità.

Una premessa: deve essere chiaro che non intendo difendere (o colpevolizzare oltre la propria responsabilità) questa o quella consorella, ma preme a me,   come dovrebbe premere a tutti, definire una volta per tutte regole certe ma soprattutto applicazioni delle stesse uniformi.

Per quanto attiene i palii di luglio ed agosto, la Giunta Comunale nel fornire spiegazioni alle Contrade ricorrenti che si erano appellate a difformità di giudizio rispetto al passato ha affermato, meravigliando tutti, che  “l’insediamento di una nuova struttura amministrativa implica una revisione totale del modo di valutare le circostanze relative alla giustizia paliesca” ed aggiunge incomprensibilmente che essa possa ritenersi libera “per tutto il mandato elettorale”  “ da ogni precedente condizionamento sanzionatorio nel trattare“ l’argomento. Conclude poi, improvvidamente, affermando la “necessità di creare una giurisprudenza con basi nuove”. Come dire che: me ne infischio del passato: sanziono come meglio credo e voglio   i fatti accaduti durante il mio mandato ma invito chi seguirà a tenere conto di ciò che ho fatto. Una sorta di zona franca chissà per quali meriti speciali.

Il tutto è l’esatto contrario di quanto stabilisce  il vigente art. 99 bis del Regolamento del Palio che prevede  l’istituzione di una raccolta delle delibere della Giunta (da aggiornare costantemente) concernenti l’applicazione delle sanzioni al fine di definire un indirizzo sanzionatorio i cui scostamenti  debbono essere adeguatamente motivati.

Sembra che il “mestiere” di giudice delle cose paliesche sia un compito pesantissimo: nessuno – fino ad oggi – è rimasto immune da incoerenze anche vistose. Chi sperava che le cose cambiassero è rimasto fortemente deluso. Nei tre palii di quest’anno abbiamo visto difformità di giudizio davvero grossolane. In alcuni casi si è colpito duro in altri la mano è stata più leggera.

Non si è capito  se la responsabilità oggettiva delle Contrade, prevista dall’art.101 del Regolamento del Palio (alinea secondo), valga sempre, talvolta o mai, per il comportamento tenuto dai fantini tra i canapi e al di fuori di essi per danneggiamenti alle avversarie o per il cambio di posto.

Altrettanto poco chiaro appare quale articolo dello stesso Regolamento è stato chiamato in causa  (il 64 o altro ?) e come è stata stabilita la diversa gravità per punire i fantini che hanno compiuto infrazioni durante le fasi della Mossa e per la partenza. Né con che criterio è stata stabilita l’entità di tale infrazione che ha comportato penalità diverse tra caso e caso.

Si è invece capito che  l’infrazione di un barbaresco che durante la corsa “fa ruotare un asciugamano per incitare il  (il proprio ndr) cavallo scosso” è identica – ai fini sanzionatori – a quella di  una bandiera che fuoriesce dal palco delle Comparse con fini evidentemente diversi; fatto che, forse per pudore, viene definito “comportamento tenuto da un proprio monturato in occasione del terzo giro davanti ( davanti ? ndr) al Palco delle Comparse. Nei casi suddetti esisteva giurisprudenza…

In una intervista di ieri auspicavo che la Commissione per il regolamento del Palio, che si insedierà a breve, dovesse definire nel miglior modo possibile fatti e sanzioni facendo riferimento anche alla  esistente “giurisprudenza “ in materia di giustizia paliesca; i Commissari nominandi potranno fare tutti i miracoli possibili ma se non esiste la volontà di gestire questo delicatissimo meccanismo con il massimo della imparzialità il loro sforzo sarà vano.

Senio Sensi