Palio: ‘bomboloni’ di carta

Archiviata la carriera di Provenzano, ricomincia sui media il consueto tormentone sui ‘bomboloni’ sì, ‘bomboloni’ no: come se quanto visto la sera del 2 luglio abbia fatto rimpiangere quelli assenti per ragioni strategiche (boh!).
In realtà, la prova della Piazza ha detto senza dubbio che di cavalli validi il parco equino, ad agosto, può fornirne a sufficienza per accontentare tutti i partecipanti: ovviamente con l’aggiunta dell’infornata di quelli rimasti a casa. Se ciò si accadrà, resterà solo da capire quanto un’invernata abbia migliorato o peggiorato le condizioni dei cavalli che non erano presenti il 29 giugno scorso, o se, anche un solo mese dall’impegno del Palio passato, abbia influito su quelli che l’hanno combattuto.
Perciò, per ora, sarà più prudente riferirsi a ‘bomboloni’ di carta piuttosto che alla crema; specie se si riflette sugli effetti che una mossa lunga può esercitare sulle potenzialità di soggetti simili per forza, ma diversi per resistenza alla fatica o allo stress, che affligge prevalentemente le femmine (Quadrivia docet).
Mi spiace, ma qui devo tirare in ballo la biochimica. Infatti, nel caso di una mossa prolungata, i muscoli dei cavalli (e quelli dei fantini) sono costretti a lavorare in anaerobiosi e, di conseguenza, ad accumulare acido lattico. Questa situazione metabolica, in condizioni estreme, potrà essere risentita diversamente da soggetti che, nel caso di una mossa rapida, avrebbero potenziali equivalenti. E’ anche su quest’argomento scientifico che si basa la mia caparbia insistenza, più volte manifestata, nel richiedere norme semplici e razionali per limitare l’arbitrarietà della rincorsa, con i conseguenti, assurdi allungamenti della mossa.

10-4
Resta da vedere se i fantini che vanno per la maggiore gradirebbero un lotto alto e sostanzialmente omogeneo di dieci cavalli.
In realtà, esso non giova a chi pensa di controllare il gioco. Infatti, il caso di dieci ‘bomboloni’, e di una mossa rapida, potrebbe ridurre il peso specifico delle cosiddette ‘monte di prestigio’, magari favorendo la sorpresa di un outsider.
Sempre se si accetta il principio che è soprattutto il cavallo a fare il fantino, e non viceversa.
Basta, comunque, aspettare per vedere come le cose evolveranno, e come le dirigenze si muoveranno di conseguenza.
In ogni caso, il Palio dell’Assunta promette di essere ancora più imprevedibile di quello di Provenzano. Un merito (forse, l’unico) del cosiddetto ‘Palio moderno’, dove ormai l’ippica domina sulla giostra, col rischio che dall’antico Palio delle Contrade si passi alle Contrade del Palio.

Paolo Neri