Notte dei musei: ingresso libero al Santa Maria della Scala, l’occasione per vedere il Tesoro di Siena

L’appuntamento con la Notte dei Musei, domani 19 maggio, è ormai un evento fisso per il Santa Maria della Scala. Quest’anno il complesso rimarrà aperto, a ingresso gratuito, dalle 21 alle 23.30. Sarà possibile, così, visitare gli ambienti monumentali posti al livello di piazza Duomo e, in particolare, il recente riallestimento del Tesoro di Santa Maria della Scala nella Sagrestia Vecchia, dove è stata riportata, grazie all’accordo stipulato con il Polo Museale della Toscana, la straordinaria Arliquiera dipinta da Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta nel 1445-46.

Sarà, inoltre, possibile visitare la mostra “Josef and Anni Albers. Voyage inside a blind experience”, progetto innovativo di mostra temporanea fruibile da ogni tipologia di pubblico.

I culti dei Santi e delle loro reliquie nel Medioevo, piuttosto che fanatismo, dimostrano un sentire devozionale e simbolico diverso dal nostro. La cospicua presenza a Siena di un patrimonio così importante di reliquie, spesso conservate in veri e propri capolavori di oreficeria, costituisce un vero e proprio patrimonio culturale e spirituale per la Città e la Chiesa di Siena. Esse testimoniano una stagione di grande respiro europeo, di scambi culturali ai massimi livelli, un ponte tra Oriente e Occidente che ha reso possibile una stagione luminosa da ogni punto di vista, molto più di quello che noi pensiamo, giudicando impropriamente con le categorie del nostro tempo. L’antico Spedale di Santa Maria della Scala possiede un pregiato gruppo di reliquie contenute in artistiche teche realizzate in metalli e legni preziosi, sovente decorate con smalti e pietre. In particolare le più antiche e importanti provengono dalla città imperiale di Costantinopoli, acquisite nel 1359 dal S. Maria della Scala. La dotazione aumentò certamente il prestigio dello Spedale che, accostandosi sempre più all’Istituzione comunale, si imponeva come potente realtà sociale, culturale ed economica nel panorama della Siena del ‘300.

 

 

Il nuovo allestimento del Tesoro del Santa Maria della Scala all’interno della Sagrestia Vecchia, che ricontestualizza, all’interno dell’ambiente che più a lungo li ha ospitati, il reliquiari, le reliquie e l’Arliquiera, dipinta dal Vecchietta, fino ad oggi conservata alla Pinacoteca Nazionale di Siena delle cui collezioni fa parte, è stato inaugurato nei giorni scorsi e si potrà visitare sempre nel suo luogo originario.

Nato dalla collaborazione fra il Comune di Siena, il Polo Museale della Toscana e Opera-Civita, il progetto è volto a recuperare il rapporto storico, politico e religioso che lega l’intervento del Vecchietta al trasferimento in questa sede, attorno alla metà del Quattrocento, dei cimeli, valorizzando, attraverso il nuovo sistema di illuminazione, anche gli affreschi, restituendoli alla loro pienezza cromatica.

Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, impegnato fino ad allora nella realizzazione della Storia di Sorore per il Pellegrinaio, fu chiamato a dipingere le pareti e le volte dell’ambiente e il prezioso armadio ligneo destinato a contenere le reliquie.
Queste ultime erano state acquistate a Venezia il 28 maggio 1359 dal mercante Pietro di Giunta Torregiani che ne era venuto in possesso due anni prima circa a Costantinopoli: l’atto, documentato dall’originale rinvenuto nell’Ospedale e dalle copie secentesche, fu stipulato sotto forma di donazione per non incorrere nell’accusa di simonia.

Del lotto, così come risulta dall’elenco del documento originale di donazione, facevano parte reliquie inerenti alla Passione, alla vera Croce e alla Vergine, oltre a numerosi altri santi. Ad esse, citato come primo oggetto nell’elenco dell’atto di donazione, si aggiungeva l’Evangeliario, dalla preziosa copertina in oro, smalti e pietre dure.
Proprio per celebrare l’arrivo delle preziose reliquie sembra che il governo dei Dodici istituisse, fin dal 1360, la celebrazione del capodanno nel giorno della SS.Annunziata, il 25 marzo, e ordinasse la realizzazione di un pulpito per la loro esposizione su piazza Duomo alla venerazione cittadina.
Le reliquie, in origine custodite nella cappella del Manto, spazio preesistente e appositamente modificato dalla precedente destinazione, erano chiuse in cassoni a doppia serratura.
A metà Quattrocento è documentato il loro trasferimento nella Sagrestia Vecchia. Qui, per volontà del rettore Giovanni Buzzichelli, Lorenzo di Pietro lavorò alla decorazione delle pareti con il complesso ciclo iconografico incentrato sull’illustrazione degli Articoli del Credo, ma dipinse anche l’Arliquiera, armadio destinato a conservare i preziosi cimeli, decorato all’interno con otto Storie della Passione di Cristo e all’esterno con dodici Santi e beati senesi.

Grazie all’Accordo di valorizzazione siglato fra il Comune di Siena e il Mibact, lo straordinario manufatto viene ricollocato all’interno dell’ambiente per il quale era stato realizzato e dal quale dialogava con il ciclo pittorico che aveva nella figura centrale del Cristo nel soffitto il punto di sintesi e unione.