Il Carroccio, la rivista più amata dai senesi, dà l’addio ai lettori

Dopo 34 anni di pubblicazioni la rivista, prima bimestrale e poi semestrale, Il Carroccio di Siena si ferma al suo 173.o numero.

La decisione, presa in accordo tra editore, Redazione e fotografi ha più motivazioni ma forse ne basta una: appunto, 34 anni di lavoro al servizio della città, della sua storia, della sua arte, delle Contrade e del Palio, con un occhio rivolto al futuro. Senza interessi commerciali come dimostra la pressoché assoluta mancanza di pubblicità.

Dalle 28 pagine del 1985 alle 140 di oggi  è stato un continuo operare con il solo scopo di far conoscere sempre meglio la ricchezza  e il bello di cui siamo circondati.

Per la chiusura della pubblicazione è stato organizzato un evento per MARTEDI’ 29 MAGGIO  ALLE ORE 17,30, presso la Sala Storica della Biblioteca Comunale (Via della Sapienza), nel corso  del quale sarà presentato anche l’ultimo Numero (copia omaggio a chi interverrà).

Coordinerà l’incontro il Vice direttore della Rivista, Luca Luchini; Roberto Barzanti, anche in qualità di Presidente della  Biblioteca porterà il suo saluto e Duccio Balestracci racconterà il percorso del periodico: la loro firma si ritrova spesso nel corso degli anni all’interno del periodico..

Interverrà anche l’editore Carlo Cambi e chiuderà Senio Sensi, direttore della testata. Sarà proiettato anche un video contenente  alcune curiosità.

Il Numero 173 è un po’ diverso da tutti gli altri:  un lettore “antico” e una “giovane lettrice” racconteranno cosa ha rappresentato per loro la  Rivista; a seguire gli articoli dei Redattori e di alcuni collaboratori con il consueto taglio. Ai preziosi fotografi che da anni rendono più ricco e godibile il periodico è dedicata una galleria in bianco/nero delle loro foto. I saluti finali sono affidati alle antiche cartoline di Pier Guido Landi.

La copertina è anche essa un’opera d’arte: una immagine dall’alto su Piazza Duomo e oltre; il titolo è: “S_Fondi d’Oro” – pittura a spatola su stampa in bianco nero. Andrea Lensini  e Daniele Zacchini (ZAKSLICE- marchio d’arte).