I Lato B e il concerto che Battisti non ha mai fatto

Intervista a Leo Pari, la voce dei Lato B, una band per portare nei locali italiani la musica di Lucio Battisti. Stasera il gruppo suonerà in Piazza del Campo

Leo Pari

Ancora Battisti? Sì, ancora Battisti. Perché il Lucio nazionale è come la pasta al Pomodoro, come il pallone da calcio, come tutte quelle cose e persone che sembrano semplici, pur non essendolo, e che sono efficaci. Per questo non passa mai di moda.

Questo lo sanno bene gli ideatori del progetto Lato BLeo Pari, Gianluca De Rubertis (Studio Davoli, Il Genio), Dario Ciffo (Afterhours, Lombroso) e Lino Gitto (Dellera, UfoValvola), che stanno portando in giro per l’Italia le canzoni del Battisti più classico, quello del periodo con Mogol. Stasera suoneranno a Siena per “Aspettando la Notte dei Ricercatori” alle 22.

L’esibizione dei Lato B, che si terrà davanti allo store Sapori&Dintorni Conad di Piazza del Campo, rientra nella serie di eventi per la Notte dei Ricercatori dell’Università di Siena, di cui la catena di supermercati è main sponsor.

Una serata da ricordare, dove gli ascoltatori più attenti non stenteranno a riconoscere la grande somiglianza tra la voce di Lucio Battisti e quella di Leo Pari.

Leo Pari potevate scegliere Dalla, potevate scegliere De Andrè e invece avete scelto Battisti. Perché?
«Tutto  è nato da un incontro  dedicato a Battisti organizzato a Padova dal locale Studio 2. Avevano messo insieme degli artisti che non si conoscevano tra di loro per fare le canzoni di Lucio. Ci siamo trovati subito benissimo assieme. Da quell’incontro di Padova, nato un po’ per caso, ci siamo detti: “E se provassimo a fare una serata intera dedicata al repertorio di Battisti?”. Le canzoni di Lucio fanno parte dell’estrazione musicale di tutti e quattro, poi con la voce che ho io sarebbe stato difficile cantare De Andrè!»

Perché avete scelto di proporre il repertorio Battisti-Mogol e non quello Battisti-Panella?
«Personalmente, adoro il periodo Battisti-Panella, quasi lo preferisco a quello con Mogol. Detto ciò, visto che abbiamo l’obiettivo di creare nei locali dove suoniamo un clima di festa, cantare “L’apparenza” lo vedo complicato. Il periodo mogoliano, comunque, lo affrontiamo nella sua interezza, prendendo un po’ da tutte le fasi. Spaziamo da uno dei primi singoli scritto per alti, “29 settembre”, fino ad arrivare ai brani di “Una giornata uggiosa”».

Qual è stato il lavoro di riarrangiamento delle canzoni scelte? Fra l’altro, tante di esse non sono state mai eseguite in concerto da Battisti.
«Lucio ha cambiato molto gli arrangiamenti di album in album. Se all’inizio ha usato anche strumenti orchestrali, preparati da gente come Gian Piero Reverberi, nel periodo de “La batteria, il contrabbasso, eccetera” ha optato per una musica più scarna e ritmica, dal sapore R&B. Per questo seguire un determinato protocollo battistiano sarebbe stato difficile. Abbiamo deciso, quindi, di riarrangiare i brani in chiave rock, adatta a un quartetto. Con l’ausilio delle tastiere, che suoniamo un po’ io e un po’ De Rubertis, abbiamo dato alle canzoni anche un gusto anni ’80. Alla fine, i pezzi li abbiamo fatti parzialmente nostri».

Lucio Battisti

I Lato B sono una band live che si confronta con il repertorio di un artista refrattario a suonare dal vivo. Lei come si spiega questo suo rifiuto?
«Battisti ha fatto circa dieci concerti con la Formula 3, poi, vuoi per il casino nei locali, vuoi per il suo carattere schivo, ha deciso di smettere. E’ un peccato perché, secondo noi, alcune sue canzoni sono perfette per essere proposte dal vivo.  Noi, tra virgolette, riprendiamo il percorso dove l’ha interrotto lui, cercando di ridare una dignità live a certi brani».

Cosa l’affascina di Lucio Battisti?
«Per prima cosa, il fatto che lui sia sempre riuscito a rendere credibili e personali testi scritti da altri. Lo immagini sempre protagonista delle storie che ha cantato. Sotto l’aspetto musicale, la cosa che mi fa impazzire di Battisti è che era una persona in grado di ottenere dallo studio di registrazione tutto ciò che aveva in mente. Una sua particolarità sta negli accenti ritmici della voce, che sono imprevedibili e inconsueti. Te ricordi la canzone in un modo e poi, riascoltandola, trovi che è diversa. I suoi brani sono pieni di queste piccole chicche».

E’ tanto tempo che voi siete in tour, che cosa farete poi? Un disco?
«Nel 2018 il progetto Lato B si fermerà, perché saremo tutti impegnati nei nostri progetti solisti. Adesso faremo un tour di chiusura a dicembre nei club italiani».

Il vostro concerto in Piazza del Campo sarà in contemporanea con quello dei Rolling Stones. Siete pronti alla sfida?
«Vinciamo sicuramente noi, non c’è gara!».

Emilio Mariotti