I colori più vivaci per la malattia più rara. A Siena, la forza di Paolo in una mostra

Il tratto marcato. Una pennellata più densa, prima giallo, poi arancio e una punta di nero. Un’esplosione di colori che può sembrare una sequenza casuale, con le tempere buttate lì per gioco. Ma non lo è. Perché Paolo Sandoiu affida al colore il suo messaggio, portatore di vita e speranze. E allora immagina e ricrea paesaggi, città, carte geografiche, mezzi di trasporto. Ogni soggetto è una libidine cromatica dalle forti cariche emotive e, come la tavolozza di un pittore, in quelle dure pennellate è racchiusa la semplicità di chi combatte da sempre per la vita. Il maestro inconsapevole di cui stiamo parlando è Paolo Sandoiu, un ragazzo disabile che nella pittura ha ritrovato la forza per combattere la malattia. La sua fervida immaginazione e la capacità di rappresentare il mondo con i colori hanno fatto vibrare i cuori della città, tanto da dedicargli una mostra che esporrà le opere del ragazzo fino al 18 febbraio.


Paolo Sandoiu è nato a Siena da madre rumena e padre ungherese, entrambi medici. Erano in vacanza in Italia quando Paolo decise di nascere, prematuramente, presentando alla nascita la sindrome di Moebius con Hanhart associata. Il bambino richiedeva cure delicatissime e non ci fu modo di riportarlo a casa, in Romania. Una malattia rara, difficile da curare, che lo costrinse a due anni di ricovero nel reparto pediatrico dell’ospedale di Siena. Ai genitori venivano concessi permessi di soggiorno brevi e non fu sempre facile ottenerli. Ma Siena ha sempre avuto il cuore grande e i medici, i volontari, gli infermieri si presero cura di Paolo come fosse per tutti un figlio. Nonostante la grave patologia il bambino mostrò subito la volontà e la gioia di vivere e, crescendo, la voglia di compiere attività con passione e destrezza, pur in mancanza delle mani. Nella nostra città, Paolo oggi è considerato come un vero senese. Viene battezzato nell’Onda e nel 2011 si diploma all’istituto d’arte Duccio di Buoninsegna. Un grande stimolo per il giovane, che coltiva la passione per la pittura da quando aveva 15 anni. I volontari che lo assistevano e i genitori videro subito in lui una sensibilità unica e una spiccata creatività. Così continuarono a crederci, a supportarlo ogni volta che decideva di prendere in mano il suo pennello e cospargere il foglio bianco di pittura. Ci hanno creduto sempre la mamma Daniela e il babbo Stefan, anche quando durante la malattia erano convinti di toccare il fondo. Ma Siena questo non lo avrebbe mai permesso e si è mossa subito per dare una mano. Così Paolo, nel tempo, sviluppa una creatività da lasciare a bocca aperta. Con i pennelli e i colori tira fuori le sue emozioni e lo fa in maniera sorprendente.

La sorte, ingiusta, lo porta a vedere il mondo con una visione tutta propria, fatta di cromatismi che portano a muoverci in un universo fiabesco continuamente in movimento, che si compone e ricompone felicemente. Ogni pennellata è evocativa, ogni colore usato, tanto e denso, richiamano alla naturalezza e all’amore di un bimbo che sogna di scoprire il mondo. Il viaggio diventa così l’idea immagine che accompagna tutta la sua piccola produzione artistica. Merito anche dei genitori, che da sempre lo portano in giro per il mondo, cercando ogni volta di metterlo davanti a visuali e prospettive nuove. Così Paolo inventa, crea, immagina e riproduce, con la sua fantasia, tutto ciò che vede. E ad ogni opera appone un titolo, cosa ancora più straordinaria. La sua peculiare visione è da considerarsi pari a quella di un vero artista, che filtra la realtà attraverso gli affascinanti meandri della fantasia.


La mostra di Paolo si inserisce nel cartellone di eventi del festival Siena Città Aperta, rassegna nata dalla sinergia tra Comune, Università di Siena e Fondazione Monte dei Paschi. Sarà esposta fino al 19 febbraio 2017 (dalle 15 alle 18, nella Galleria Palazzo Patrizi in via di Città 75). L’allestimento è stato realizzato dall’architetto Augusto Mazzini.

Michela Piccini