Se la depressione è una dea: il male di vivere e le sue radici, alla Biblioteca degli Intronati

Domani, mercoledì 16 maggio alle 17, in collaborazione con la delegazione di Siena dell’Associazione Italiana di Cultura Classica (AICC) e il Centro Antropologia e Mondo Antico (AMA) dell’Ateneo senese, Donatella Puliga presenterà al pubblico della Biblioteca degli Intronati il suo libro “La Depressione è una dea” (Il Mulino, Bologna, 2017).

L’appuntamento, a ingresso libero, si terrà nella sala Storica (via della Sapienza, 5). Insieme all’autrice Moreno Lifodi, presidente della delegazione senese dell’AICC, Antonio Prete, già docente all’Ateneo senese, e Riccardo Zerbetto, neuropsichiatra e direttore del Centro di studi di terapia della Gestalt, coordinati da un componente del Cda della Biblioteca.

Il male oscuro che chiamiamo depressione, e che un tempo si definiva malinconia, non era estraneo all’antichità. Rileggendo le testimonianze coeve, e seguendo la traccia delle parole e delle metafore, il libro di Puliga racconta il male di vivere al tempo dei Romani. E la scoperta che per loro a governare gli spazi della depressione fosse una divinità, la dea Murcia, con il potere di infiacchire e prostrare gli animi.

Se il pensiero medico greco aveva inteso la malinconia come vera e propria patologia fisica legata alla “bile nera”, nel mondo romano essa pare riferirsi non più solo alla sfera del corpo, ma a quella della mente e dei suoi fantasmi.