Da “gettatello” a scrittore del Santa Maria della Scala, la vita di Girolamo Macchi

Domani al Santa Maria della Scala ci sarà una giornata di studi su Girolamo Macchi. A seguire una performance teatrale e un concerto in Piazza Duomo

Domani nel complesso museale Santa Maria della Scala, a partire dalle 16, si svolgerà il pomeriggio di studio Girolamo Macchi. Un viaggio a Siena al tramonto dell’età barocca. Riflessioni su Girolamo Macchi (1649-1734), scrittore maggiore dell’ospedale in bilico tra barocco e classicismo alla scoperta della cultura artistica e architettonica a Siena dedicato a Gabriele Morolli. Protagonista Girolamo Macchi (1649-1734), gettatello dell’ospedale di Santa Maria della Scala divenuto ‘scrittore maggiore‘, al quale si devono importanti libri di Memorie, da sempre fonti inesauribili di informazioni per studiosi di varie discipline.

L’evento prende spunto dalla presentazione del video documentario Girolamo Macchi. Scrivere lo Spedale, disegnare la Città. Siena 1649-1734, commissionato dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, e, nello specifico, dal professor Gabriele Morolli (docente di Storia della Critica e della letteratura Architettonica), scomparso nel 2013, proprio in fase di definizione del progetto. La perdita di un esponente tanto autorevole ha costretto a un’interruzione nella realizzazione del video. I lavori sono stati ripresi da Anna Comparini e Andrea Amos Niccolini, allievi del professor Morolli, e da Alessandro Rinaldi, docente del Dipartimento di Architettura, come nuovo responsabile scientifico del progetto.

La figura di Girolamo Macchi, scrittore maggiore del Santa Maria della Scala, è stata indagata grazie ad alcune tesi di laurea seguite da Morolli tra il 2003 e il 2005, relative all’analisi dei manoscritti da lui redatti, conservati presso l’Archivio di Stato di Siena. Nel corso di tali studi è emersa con prepotenza la personalità di Macchi, che nella sua lunga vita produsse una serie di opere talvolta limitativamente definite erudite. Nelle Memorie l’immagine di Siena si sviluppa attorno agli interessi storici, architettonici, artistici, araldici, antiquari del suo autore, quasi a costituire una vera e propria enciclopedia della città dalle origini all’età di Macchi. Lo stesso scrittore maggiore, la cui vita è indissolubilmente legata all’ospedale, trova sepoltura all’interno del complesso, in quella chiesa della Santissima Annunziata destinata a personaggi illustri o che si erano distinti verso la struttura. La scoperta nel 1999, sotto il pavimento della chiesa, di tre ‘mummie’ ha portato, sulla base di un’accurata indagine storica, all’identificazione di una delle tre proprio con Girolamo Macchi.

Il video, prodotto per intero dal Servizio Produzioni Contenuti Multimediali dell’Università degli Studi di Firenze, sarà proiettato alle 19, al termine degli interventi di studiosi di varie discipline, storici, archivisti, architetti, che alla figura di Macchi hanno dedicato o dedicano i loro studi.

A seguire, dopo la proiezione, la performance teatrale Dai manoscritti alla messa in scena. Luci su Macchi e la voce delle balie curata da Andrea Amos Niccolini, con le partecipazioni di Francesca Lazzeroni, Rosy Mattarelli (mezzosoprano), Paola Lambardi, Mario Gesù Fantacci, Duccio Ciampoli (attori) e gli allievi del laboratorio teatro “Metodo mimico Costa” di Siena.

 

Alle 21, in Piazza del Duomo, ci sarà anche il concerto dei Rangzen.

Con la loro meticolosa ricerca musicale per un repertorio unico e di una vastità straordinaria, oltre 600 brani, e il desiderio di proporre alle generazioni di oggi non solo le grandi hit di quel periodo, ma anche una serie innumerevole di “chicche” e tesori nascosti ai più e che suonano oggi di una modernità ed efficacia sconcertanti, i Rangzen ci propongono il loro collaudato “From London to L.A.”. Ecco allora in 35 brani il viaggio musicale da Londra a Los Angeles, immaginando di salire sul Magic Bus degli Who o entrare  nel Magical Mystery Tour dei Beatles, oppure “viaggiando” con la mente, le orecchie il cuore attraverso il corto circuito musicale che attraversò prima tutto l’occidente e poi l’intero pianeta.

 

Rangzen

Dalla scena londinese dei primi anni sessanta si parte ovviamente con i  citati Beatles, i Rolling Stones, Kinks, Who, ma anche gli Spencer Davies o i Jethro Tull.  Oltreoceano si sbarca naturalmente a NYC per passare per l’irrinunciabile Bob Dylan e ai suoi interpreti beat, i Byrds che daranno vita poi a al supergruppo Crosby Stills Nash & Young senza dimenticare i Buffalo Springfield, i Beach Boys e i Doors fino alla chiusura del cerchio di nuovo in GB con I Led Zeppelin e i primordi del progressive: i Genesis.Da Londra a Los Angeles: un concerto raro e stimolante, che esce dal banale cliché dell’esecuzione di cover per trasformarsi in una vera lezione culturale ed emozionale su quell’indimenticabile decennio.