Brunello e Barolo alla conquista del Regno Unito

I grandi ‘re’ dell’enologia italiana insieme per conquistare il mercato inglese. Si intitola ‘Barolo&Brunello the Italian Kings’ la degustazione evento in programma il 24 aprile a Londra. L’appuntamento, spiega una nota, conferma la partnership fra I Vini del Piemonte, il consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e quello del Brunello di Montalcino, e mira a consolidare l’export nel Regno Unito che rappresenta il terzo sbocco mondiale per il vino made in Italy, con un valore annuo che nel 2017 ha raggiunto i 763 milioni di euro.

L’Italia, insieme alla Francia, è il principale Paese esportatore di vino Oltremanica, si tratta pero’ di un mercato molto competitivo, nel quale i vini di alta gamma come Barolo e Brunello soffrono la concorrenza di etichette più a basso prezzo. La situazione e’ inoltre aggravata dal perdurante stato di incertezza per il mancato accordo sulla Brexit. Da qui l’esigenza di proporre un evento esclusivo e di alto livello, con l’obiettivo di comunicare il valore aggiunto di questi due grandi vini. L’organizzazione dell’evento e’ stata affidata a Sarah Abbott, Master of wine e giornalista enologica fra le più influenti. “Barolo e Brunello sono senza dubbio i due prodotti più emblematici fra i vini italiani di alta gamma”, spiega Nicola Argamante, presidente del consorzio I Vini del Piemonte. “Il Regno Unito è uno dei principali mercati del Barolo e tra quelli che più apprezzano la tipicità dei vini delle Langhe – osserva il presidente del consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani Matteo Ascheri -. E’ quindi fondamentale informare adeguatamente dell’esclusività del nostro prodotto”. “Nonostante l’incertezza legata alla Brexit – afferma Giacomo Pondini, direttore del consorzio del Brunello di Montalcino – l’interesse verso un mercato, quello di Londra in particolare, in cui la diffusione di etichette italiane sulle carte dei vini e wine bar va sempre più aumentando, rimane immutato. Nonostante i nostri vini stiano superando per presenza quelli francesi in numero, il prezzo medio ci vede ancora penalizzati verso i nostri vicini d’Oltralpe”.