Emilia Barbi: una strada di musica e umiltà.

Emilia è carismatica. Una lucida sognatrice che non smette mai di lavorare su se stessa e che si approccia alla vita con qualcosa di molto importante: l’umiltà. 23 anni, Emilia Barbi è un’artista senese, una cantante, contradaiola dell’Istrice che ha scelto la bellissima (quanto tortuosa) strada della musica, nella quale si butta a capo fitto. Il suo percorso inizia proprio nella Contrada dell’Istrice, cantando con gli altri bambini allo Zucchino d’Oro e facendosi notare per l’innato talento e convincendo tutti. “Qualcuno si accorse che ero intonata, ma è stata mia nonna a spingere per farmi prendere lezioni di canto”, racconta con un pizzico di nostalgia negli occhi. Inizia alla Diapason con il coro, ma non passa molto tempo prima che il bisogno di cantare da sola la convinca ad intraprendere altri tipi di studi. Due anni con gli insegnamenti di Barbara Ceccarese ed il cambio di scuola con Roberta de Giovanni, periodo nel quale Emilia affronta le selezioni per Una voce per l’estate di Sanremo, arrivando alle semifinali. Per lei parte una serie di sfide e di soddisfazioni, tra le quali la partecipazione al festival di Castrocaro e l’arrivo tra i primi quindici d’Italia. Dal 2015 studia alla Rock Factory di Siena.

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La musica è la tua vita: quali sono gli obiettivi che vuoi raggiungere?

“Inizio col dire che sono molto razionale e autocritica. Nonostante gli incoraggiamenti degli altri che mi spingono a fare serate, a cantare in giro, ho sempre avuto un po’ di difficoltà nel lanciarmi in qualcosa. Nonostante questo, la musica mi fa stare molto bene ed ho in progetto di pubblicare qualcosa di mio”.

Siena è particolare, lo sappiamo. Qual è l’ambiente che trova chi, come te, sta portando avanti un percorso artistico?

“Ora più che mai, mi rendo conto che la mentalità che c’è in questa città è completamente a sfavore dell’arte e della musica soprattutto. Dovremmo capire che la musica è qualcosa che ci unisce tutti: io sono dell’Istrice, te sei del Bruco, come facciamo a riconoscerci se non per il fazzoletto? Comunque qualcosa si sta muovendo, sono fiduciosa”!

Nel 2014 hai partecipato al musical ’25’, scritto e diretto da Luca Virgili, che ha visto la partecipazione di istriciaioli di tutte le generazioni. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

“Ci sono stata tirata dentro un po’ con l’inganno! Il Fresco (Luca Virgili ndr.) aveva bisogno di una ragazza che sapesse cantare e dire due battute… Alla fine ho recitato per tutto il terzo atto e cantato quattro canzoni! Un’esperienza fantastica, un grande collante tra generazioni che ci ha fatto riscoprire la gioia di stare insieme, di conoscerci e di imparare l’uno dall’altro”.

Emy & the Groovemachine è il nome del gruppo di cui sei la cantante. Ultimamente vi abbiamo visti suonare anche in Piazza del Campo, che apporto dà questa collaborazione al tuo percorso artistico?

“Prima di tutto, loro sono musicisti bravissimi e con tanti anni di esperienza alle spalle. Il gruppo è composto da Senio Firmati alla batteria, Gianluca Polvere alla tastiera, Paolo Loppi è il chitarrista e Matteo Bernetti al basso. Senio mi ha contattata per formare una cover band un po’ fuori dall’ordinario e da quel momento sono cresciuta molto come artista. Da loro ho solo da imparare, mi godo l’esperienza al massimo, guardo loro che arrangiano ed entro nel mio mondo, per me è tantissimo. In più, ho veramente bisogno di fare esperienza di palco, cantare in Piazza è stata un’emozione indescrivibile: alzare gli occhi e trovarsi la Torre del Mangia davanti e tutta quella gente venuta per ascoltarci… unico”.

Una lunga chiacchierata, una finestra aperta sul mondo di un giovane talento senese a cui non si può far altro che augurare il meglio, sicuri che la sua umiltà e il suo duro lavoro verranno ripagati come meritano.

Arianna Falchi