Dieci anni fa la scomparsa dell’arcivescovo Castellano, l’uomo che cambiò Siena

Monsignor Mario Ismaele Castellano a 10 anni dalla morte: 12 aprile 2007 – 2017

Dieci anni fa, il 12 aprile 2007, veniva a mancare Monsignor Mario Ismaele Castellano. Per lunghi anni Arcivescovo Metropolita di Siena e indimenticato pastore dal tratto mite e gentile, devoto propugnatore del culto a Santa Caterina, Castellano fu una figura storica per il dialogo fra la Chiesa del post Concilio con un contesto non facile, come quello senese, che rapidamente cambiava il suo volto.
Monsignor Castellano era di origini liguri; nacque a Oneglia (Imperia) nel 1913, laureato in giurisprudenza e poi in diritto canonico fece il suo ingresso nel 1937 nei frati domenicani. A Roma insegnava diritto all’università domenicana “Angelicum” e prestava servizio presso la Congregazione dell’allora Sant’Uffizio. Nel 1954 fu eletto da Papa Pio XII vescovo di Volterra, e solo due anni dopo, nel 1956, fu richiamato a Roma come Assistente Ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana. Proprio a servizio dell’Azione Cattolica Monsignor Castellano maturò la conoscenza con tante realtà cattoliche nazionali che ormai vivevano il fermento dell’attesa di una stagione ecclesiale nuova che si sarebbe aperta negli anni ’60.
Morto nel 1961 l’arcivescovo di Siena Mario Toccabelli, il Papa San Giovanni XXIII chiamò proprio Monsignor Castellano a succedergli. Il nuovo arcivescovo fece il suo ingresso a Siena il 15 agosto 1961, nel giorno della massima festa patronale della Città.
In un clima di forti tensioni politiche e sociali a Siena, dove la Chiesa aveva intrapreso una linea dura nei confronti del comunismo ormai da oltre un decennio al potere, Monsignor Castellano si presentò immediatamente come uomo del dialogo e del disgelo. Ad appena un anno dal suo arrivo a Siena si aprì il Concilio Vaticano II, evento al quale partecipò come giovanissimo padre conciliare e nel quale ebbe anche un ruolo attivo nella stesura di diversi documenti.
All’indomani del Concilio Monsignor  Castellano dovette traghettare la diocesi di Siena attraverso una profonda trasformazione che l’avrebbe portata ad assumere il volto odierno. Dovette riorganizzare l’assetto diocesano dopo le soppressioni delle diocesi di Colle Val d’Elsa e Montalcino, il cui territorio venne inglobato a Siena. Costruì numerose nuove parrocchie nelle aree urbane che andavano allargandosi a Siena e in altri centri della diocesi, ma dovette anche affrontare il problema della diminuzione delle vocazioni sacerdotali e quindi di una presenza meno capillare del clero sul territorio.
Si debbono a Monsignor Castellano tutta una serie di iniziative volte a valorizzare ed approfondire la testimonianza di Santa Caterina: fu lui infatti a premere perché Paolo VI la proclamasse nel 1975 Dottore della Chiesa, prima donna a essere insignita di questo titolo. Fondò anche L’associazione dei Caterinati per la diffusione nel mondo della spiritualità cateriniana.
Nel 1990 il Papa accolse le sue dimissioni per raggiunti limiti di età. Gli successe Monsignor Gaetano Bonicelli. Monsignor Castellano non volle comunque lasciare la sua Siena e si ritirò in un appartamento del Palazzo Gallerani in via delle Cerchia, dove terminò serenamente i suoi giorni il 12 aprile 2007.
Amò profondamente Siena e le sue tradizioni, la sua storia, la sua spiritualità, e in questo amore fu sinceramente ricambiato dai senesi che si strinsero ultimamente intorno a lui nel 2004 per il cinquantesimo anniversario di episcopato.
Aveva la capacità di ascoltare e di mettersi in relazione con tutti, portando pace e serenità. Indubbiamente un protagonista della nostra storia più recente.
Katiuscia Vaselli