Dal Nabucco ecco Fenena: il Balletto di Siena tra arte e metafore per i 200 anni del manicomio

Domani il secondo appuntamento per la “Memoria del S. Niccolò”: il Balletto di Siena, diretto da Marco Batti, porta in scena Fenena. La performance vedrà cinque danzatori esibirsi sui brani più noti tratti dal Nabucco di G. Verdi ed eseguiti dal soprano Francesca Lazzeroni e il mezzosoprano Lara Leonard dell’Unione Corale Senese Ettore Bastianini, accompagnate al pianoforte da Elina Yanchenko.


L’appuntamento, a ingresso libero, si terrà alle 21,15 nei Voltoni del S. Niccolò (via Roma, 56).
“Lo spettacolo si sviluppa su un progetto curato da Marco Burchini – ha spiegato Batti – che affrontando il tema del malato psichiatrico vuole porre particolare attenzione all’aspetto dell’emarginazione che da sempre ha contraddistinto questi pazienti. La figura di Fenena, che nell’opera verdiana da reggente della corona diventa ostaggio di Abigaille, che credeva di essere anch’essa figlia del Re Nabucodonosor, è metafora della situazione vissuta dal malato, imprigionato non per sua volontà e allontanato dalla quotidianità del mondo. Fenena viene quindi a rappresentare un incipit per una politica socio-sanitaria di reinserimento nella società dei malati psichiatrici anche attraverso collaborazioni con Enti e Associazioni sociali e culturali del territorio“.
L’opera di Verdi, così decontestualizzata, si propone al pubblico attraverso un mix di linguaggi strutturati sulla coreografia firmata da Camille Granet e dallo stesso Batti, e in grado di dar vita a sensazioni e stimolare riflessioni sul tema della malattia mentale.