Leonardo Castelli: un senese nel mondo

Ci sono mille modi per trovare l’ispirazione giusta: un sogno, una canzone… O magari un viaggio che ti convince a comprare il biglietto per partire di nuovo. Leonardo Castelli, 25 anni ad ottobre, inizia proprio da qui, da un viaggio in Marocco con i genitori, dal fascino di una cultura diversa e dalla voglia di scoprire cosa c’è oltre le mura di Siena. “Okay, mi è piaciuto il giochino, adesso voglio andare in un posto ancora culturalmente intatto” e ci riesce. Nel gennaio 2015 vola in Birmania ed i successivi viaggi lo portano nelle terre della Turchia e tra i sapori speziati dell’India, lontano dai soliti itinerari. Le sue foto, oltre ad essere incredibilmente emozionanti, sono un modo per condividere il mondo con gli altri, uno strumento per portare le culture che incontra a Siena e nella sua contrada, la Torre.

pescatori Lago Inle

I tuoi sono scatti ben lontani dal semplice selfie. Come hai imparato?

“Mi piace vedere il mondo e condividerlo, questo mi sembrava il modo migliore per farlo. Ho imparato da autodidatta, mi sono ispirato ai grandi e grazie alle foto ho potuto conoscere e costruire veri e propri rapporti con i miei soggetti, la gente comune”.

Viaggi ben lontani dal concetto di vacanza. Ti sei trovato a fare i conti con situazioni di estrema povertà?

” In Birmania, ad esempio, esistono situazioni assurde come strade in cui manca completamente l’elettricità, gente che non ha veramente niente di cui vivere. Per farti capire, dovevo attraversare il fiume Irrawaddy, una traversata lunga 15 ore su una specie di zattera. Arrivata la sera, la torcia della barca si rompe e siamo stati costretti ad attraccare in un luogo di fortuna per passare le notte, al buio completo e in mezzo al nulla. Alla fine, ci sono volute 25 ore e solo perché si era rotta l’unica luce della barca. In India la situazione è ben diversa. Lì tutto è il contrario di tutto, si passa dal lusso sfrenato alla miseria nera nel giro di 100 metri. Sono stato a visitare gli slums (baraccopoli) ed il Red Light District, il quartiere a luci rosse di Calcutta. Lì si può veramente parlare di criminalità di ogni tipo… Dal semplice furto, allo sfruttamento minorile nel mercato del sesso”.

niente elettricità, Minguin, Birmania

Dove ti hanno portato i tuoi itinerari poco canonici?

“Ad Istanbul, in Turchia, sono stato a Fener e Balat, quartieri ortodossi che sono patrimonio dell’Unesco e che conoscono veramente in pochi. Credo che sia un enorme peccato, lì entri in un mondo completamente diverso, pur essendo ancora nel cuore della città, la gente segue la propria religione in modo ferreo e per fare le foto ho dovuto chiedere il permesso. In India ho ritrovato una mia ex collega, Lara Guazza, che si è trasferita lì ed ha aperto l’associazione MeraDil, operante negli orfanotrofi! In Birmania, invece, durante la visita ad un tempio mi sono allontanato ed ho trovato un giardino che credevo pubblico, ma che ho scoperto far parte dell’abitazione di un monaco. Lui mi ha invitato ad entrare in casa, mi ha offerto il thè che abbiamo bevuto sul pavimento e abbiamo parlato a gesti… Lui non aveva nulla, eppure mi ha ospitato. Dall’emozione, mi sono anche scordato di fargli una foto”!

La mentalità senese non è delle più aperte, credi di aver infranto le barriere che spesso si creano con il nascere e crescere qui?

“Sono un senese medio come tutti ma credo di conoscere i miei limiti, voglio superarli e migliorarmi il più possibile. Quando viaggi in questi posti poco classici, impari ad apprezzare le cose di casa tua: dalla semplice acqua corrente, al cibo, fino ad arrivare all’aria pura. In India, ad esempio, respirare era problematico a causa dello smog. Comunque, sono una persona completamente diversa, dal primo viaggio ad ora… Amo la mia città ma sento il bisogno di scoprire cosa c’è fuori, provare il piacere di partire, tornare a casa e ripartire”.
Leonardo a breve partirà per New York, ancora un altro viaggio, ancora un altro mondo completamente diverso da quelli già visti e che riusciremo a vedere dalle sue foto. Lui, la sua curiosità e la sua macchina fotografica, non hanno nessuna intenzione di fermarsi.

Arianna Falchi