Le fratture del Belice diventano arte: oggi si inaugura la mostra “Bianco Cretto” al Santa Maria della Scala

Sarà inaugurata oggi giovedì 17 maggio nella sala San Galgano del Complesso Monumentale di Santa Maria della Scala la mostra fotografica BIANCO CRETTO, progettata e organizzata nell’ambito delle attività seminariali del corso di Arte ambientale e architettura del paesaggio del dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’Università di Siena.

La mostra è dedicata a una selezionata scelta di fotografie di Gianni Zanni al Grande Cretto ideato da Alberto Burri per Gibellina vecchia, monumentale intervento di Arte ambientale tra i più significativi del XX secolo.

L’esposizione, curata da Massimo Bignardi e Domenico Iacobellis, è stata realizzata in occasione del cinquantesimo anniversario del sisma che, nella notte tra il 14 e 15 gennaio del 1968, sconvolse l’intera Valle del Belice in Sicilia e dei suoi principali centri, e documenta il lavoro di ricerca dell’artista pugliese che ha colto in un’ampia serie di immagini i tempi e le tracce del silenzioso dialogo tra la memoria e il presente.

«Un telo bianco disteso sul vuoto lasciato dal sisma. È una sindone – osserva Bignardi – che conserva il corpo di un’intera comunità spazzata via, in una notte di gennaio di cinquant’anni fa, dalla furia della natura. […] Memoria di una comunità e della profonda ferita ad essa inferta, la cui viva impronta traspare da questa sindone che, oggi, l’obbiettivo di Gianni Zanni restituisce nella sua oscura integrità […]. È una sequenza di fotogrammi che incuneano il nostro sguardo in paesaggi di luce: dal bianco del primo intervento operato da Burri a metà degli anni ottanta, venato dalle rughe lasciate dal tempo e dai segni che scavano i ricordi, fino al bianco accecante degli ‘ultimi cretti ‘ che, realizzati di recente, completano la profondità di un’immagine viva nella nostra coscienza».

«Nelle foto di Gianni Zanni scattate a Gibellina – rileva Domenico Iacobellis – si avverte subito una forte vicinanza empatica all’opera di Burri, sulla scia di una sacralità resa manifesta da un’atmosfera eterea, direi metafisica. Mi piace pensare ad un fotografo che si appropinqua fra i blocchi di cemento in punta di piedi, silente e rispettoso, con lo stesso atteggiamento di chi sta entrando in un tempio. […] Le fotografie di Zanni, nella loro apparente semplicità nascondono un’attenzione scrupolosa, una pratica che spinge lo sguardo dell’artista ad andare oltre le tracce disegnate dai cretti, per imboccare percorsi memorali carichi di una forte tensione esistenziale».

L’inaugurazione si terrà alle ore 18 e interverranno insieme all’artista, Daniele Pitteri, direttore del Santa Maria della Scala, e i curatori Massimo Bignardi, docente di Storia dell’arte contemporanea dell’Università di Siena, e Domenico Iacobellis.
Gli stessi relatori terranno nella mattina della giornata di inaugurazione, sempre al Santa Maria della Scala, alle ore 11.15, il seminario “Gibellina cinquant’anni dopo. Il nuovo paesaggio urbano tra architettura e interventi di arte ambientale nelle fotografie di Gianni Zanni”.
La mostra sarà visitabile fino al 29 luglio, da lunedì a domenica, dalle ore 10 alle 19, il giovedì dalle ore 10 alle 22.