La saggezza e l’estasi delle donne sudafricane

In Sudafrica ci sono alcune donne a cui è attribuita la capacità di comunicare con gli antenati. Nei luoghi dove vivono sono delle vere e proprie autorità. La mostra “Between Home and Wisdom” del fotografo pesarese Tommaso Fiscaletti le mette al centro delle immagini.  Le foto, realizzate nella baraccopoli di Dunoon, vicino a Cape Town, saranno in mostra al Santa Maria della Scala  fino al 20 giugno, in orario 10.30/18.30. L’esposizione è curata da Guido Cabib, che ha scelto 31 scatti che il giovane fotografo marchigiano ha realizzato per illustrare la vita di una comunità di donne di etnia xhosa, molte delle quali sangoma.

Nelle foto, frutto di una scelta stilistica che si pone nel mezzo tra l’approccio documentaristico e quello di pura finzione, possiamo vedere persone, quasi sempre donne, dallo sguardo fiero e spesso rivolto verso un elemento esterno alla cornice della fotografia. Dai loro occhi sembra che questo “qualcosa” sia importante. Nelle immagini è forte la presenza della luce, che, in alcuni casi, si fa elemento palese della costruzione della foto, apparendo sotto forma di raggio.

Fiscaletti concentra il suo sguardo sull’organizzazione della fotografia. E’ importante la scelta del contesto, soprattutto nelle foto in esterno, quasi tutte sullo sfondo di mura di mattoni o di inferriate. Il fotografo pesarese ha spiegato a Siena News il perché di questa scelta: «Mi interessava decontestualizzare queste persone dalla loro condizione sociale, proprio perché volevo parlare di loro. Questi mattoni, queste superfici in qualche modo neutre, mi hanno aiutato a “portarle” via da quel posto».

Fiscaletti ha poi aggiunto, per spiegare lo sguardo estatico di molti protagonisti delle foto esposte: «In molte di queste immagini mi è piaciuto mettere in scena delle sensazioni intime, soprattutto in quelle negli interni. Viene rappresentato il contatto con l’ultraterreno. C’è una propensione verso qualcosa che non ci è dato vedere. La posa dei protagonisti delle foto rappresenta anche quel confine tra la messa in scena e la realtà. Sono foto che trovano spazio tra la vita vissuta e un intervento mio a livello registico, di illuminazione. La finzione dovrebbe aiutare a comprendere la realtà. E’ un paradosso».

Emilio Mariotti