Il professor Dan e l’arte del Duomo di Siena

Il professor Naoki Dan è un giapponese con la passione della storia dell’arte senese. L’allievo di Enzo Carli  stamani è stato il protagonista di una conferenza dal titolo Il sepolcro del cardinal Petroni nel Duomo di Siena, opera di Tino di Camaino: una nuova lettura nella Libreria Piccolomini della Cattedrale. Ad aprire la giornata sono stati il rettore dell’Opera della Metropolitana, Gian Franco Indrizzi, il professor Alessandro Bagnoli e il professor Mario Ascheri. L’organizzazione dell’evento, promosso in collaborazione con il Club Unesco di Siena, è stata a cura di Opera Civita Group.

Dan è stato fino al 2013 professore di Storia dell’Arte presso il Dipartimento di Arte dell’Università di Gunma, di cui è ora professore emerito. Vice presidente dell’Associazione Tohoku di Studi di Arte e di Cultura, è dallo scorso anno membro della Giuria Internazionale della Florence Biennale di Arte Contemporanea.

Nella conferenza ha illustrato il periodo senese di Tino di Camaino. Questo, allievo del padre Camaino di Crescentino, fu uno scultore importante dei primi anni del Trecento, grazie soprattutto

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alla fama raggiunta per il grande sepolcro dell’imperatore Arrigo VII a Pisa. Il suo lascito più importante a Siena fu il monumento funebre del cardinale Riccardo Petroni, del 1317 circa, completato da Tino dopo tre anni da quando le spoglie del potente prelato senese, collaboratore di Bonifacio VIII, furono traslate a Siena da Genova, dove era morto nel 1314. Ricomposto nelle forme attuali nel 1951, il sepolcro offre una preziosa chiave di lettura di altri sepolcri di Tino pervenuti a noi alterati o con perdite.

Sul grande basamento si innalzano quattro cariatidi che sostengono la cassa, con cinque formelle figurate separate da sei statuette di apostoli. Da sinistra si succedono una donna e un uomo barbuto presso il sepolcro vuoto, il Noli me tangere, la Risurrezione di Cristo, l’Incredulità di Tommaso, i Pellegrini in Emmaus. Nella camera funebre il defunto è assistito da due angeli reggi-lenzuolo a mezza figura e una coppia di angeli scosta le cortine per farlo vedere. Sopra un triplice fornice le statue della Madonna in trono con il Bambino tra i santi Pietro e Paolo.

Il sepolcro Petroni è ritenuto tipicamente ‘senese’, pur sulla linea dei polittici prodotti dagli artisti del suo tempo. Il modellato morbido dei corpi, le loro attitudini dolci e gli eleganti sviluppi delle vesti sono contrassegni divenuti tipici. Dopo il completamento di questo monumento funebre Tino lavorò prevalentemente fuori Siena, chiamato a lavori impegnativi a Firenze e in particolare a Napoli, nella capitale angioina allora centro politico e culturale di eccezionale importanza. Sue opere sono presenti, oltreché nei musei senesi, nelle principali raccolte di tutto il mondo.

Durante la conferenza Dan ha ricordato con emozione la figura di Enzo Carli. Lo studioso, pisano di nascita ma senese di adozione, si laureò proprio con una tesi incentrata sull’opera di Tino di Camaino.