La battaglia di Montaperti fra mito e leggenda

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foto di Velvet Photographer per Siena News

Il 4 settembre 1260 è una data molto cara ai senesi perché ricorda la storica battaglia che Siena vinse contro la secolare nemica Firenze, sul colle di Montaperti. Proprio questo fatto ha ispirato moltissime leggende e credenze popolari su questo meraviglioso luogo della campagna toscana che lo rendono affascinante e incredibilmente ricco di mistero, ma cos’è, che tra storia e leggenda, si nasconde davvero su quella collinetta circondata da due torrenti che fecero ‘’l’ Arbia colorata in rosso’’? La storia e le leggende legate a Montaperti partono tutte da una piramide, o meglio da un cippo, che si trova sulla sommità della collina dalla fine dell’800 e che, oltre alla data dello scontro, riporta alcuni versi danteschi che richiamano all’evento; proprio davanti a questo ‘’cippo’’ si trova una sorta di sottopassaggio che la leggenda vuole portasse a Siena. A questo tunnel sotterraneo è legato il nome di una figura popolare e femminile che avrebbe permesso ai Senesi di vincere la battaglia, risparmiando al contempo la vita di trentasei fiorentini.

La donna in questione è una certa Usilia , una vivandiera senese che pare riuscì, con l’aiuto di qualche asino e dei suoi lunghissimi capelli , a portare al di là del fiume questi trentasei soldati guelfi senza però passare dal campo di battaglia. Effettivamente pare che il tunnel sia un passaggio sotterraneo che portava anticamente al di là della Malena, oltre il campo compreso tra questo torrente e la Biena, che costituisce un altro palcoscenico delle leggende monteapertine.

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Dall’altra parte del campo di battaglia si racconta che l’allora comandante delle milizie fiorentine avesse ricevuto una profezia secondo la quale sarebbe morto tra il bene e il male e che, arrivato al luogo di accampamento dei soldati fiorentini che era appunto il campo tra la Biena e la Malena, associò immediatamente il nome dei due fiumi alla sorte che gli era stata predetta e che si ritrovò ad affrontare la battaglia dove effettivamente morì, privo della giusta motivazione e tremendamente impaurito e incapace di controllare il suo esercito. La tradizione popolare vuole che l’anima di questo capitano sia ancora impegnata a scampare alla morte e c’è chi racconta di aver udito, nelle notti di plenilunio, il rumore degli zoccoli di un cavallo e di aver scorto tra i cipressi la sagoma bianca di un cavaliere. Oggi però per riuscire a vedere il torrente della Biena si è costretti a raggiungere un altro piccolo colle che si trova davanti al colle dove è stato costruito il cippo e che è noto con il nome di Costa Berci, un nome che racchiude due possibili interpretazioni che non si escludono a vicenda. Secondo la prima, il termine –berci- sarebbe una contrazione del cognome Astimbergh che apparteneva Cavaliere Tedesco Gualtieri ( di Astimbergh appunto) , identificabile con l’uomo che da quel cucuzzolo fece partire la carica della cavalleria senese contro l’esercito fiorentino e che con la sua lancia trucidò moltissimi cavalieri. A questo massacro è invece legata l’altra possibile interpretazione del nome della collinetta, le cronache del tempo infatti ci riferiscono che durante il massacro si udirono urla strazianti e terribili delle vittime: il termine ‘’urla’’ in gergo senese è comparabile con la parola “berci”. A proposito di urla, o berci che dir si voglia, gli abitanti della zona raccontano che ogni anno in quel luogo queste grida di dolore sembrano riecheggiare all’alba del 4 settembre quasi a ricordare la loro tragica fine.

Chi scrive sinceramente non ha mai provato a verificare la notizia, ma può per certo dire che anche in un semplice pomeriggio di fine estate una camminata per Montaperti non si limita all’essere una semplice passeggiata in mezzo alle campagne senesi. Quando si percorrono certi sentieri o si sale certe colline per scoprire i segreti del luogo, si può avvertire una sorta di alone magico, una sensazione di attrazione e di fascino legata al mistero che tutt’oggi caratterizza questo posto. Un posto che la sera del 4 settembre ormai da anni è teatro di una bellissima fiaccolata al ricordo e delle vittime della battaglia e della storica impresa senese, che senza dubbio rimane tra gli eventi centrali del Medioevo.

Maria Vittoria e Vittoria