Terremoti: la linea della Tressa e il mistero della Diana

La terra ha tremato, ieri notte alle 4.41. Scossa di magnitudo 2.8 che in pochi hanno avvertito, dato l’orario. L’epicentro tra Chiusdino e Radicondoli, Montieri per essere esatti. Terremoto stavolta registrato a differenza delle scosse avvertite da molti lo scorso 21 dicembre alle 18.40 ma non verificate. Un mistero al quale si è provato a dare risposta grazie all’Associazione meteorologia senese, per voce di Gabriele Ruffoli.
L’Associazione, nata per volontà di un gruppo appassionato di studiosi ed esperti di meteo, fisica e sismologia, ha raccolto l’eredità di padre Vittorio Benucci che dal suo osservatorio di Poggio al Vento ha rappresentato, fino alla sua scomparsa, il punto di riferimento per tutti quando internet non esisteva. Voi che cosa fate?
“Vorremmo a breve rimettere anche una segreteria come quella di padre Vittorio, che rassicurava tutti sul tempo e sui terremoti spiegando la situazione. A parte le battute, noi siamo i semi che lui aveva piantato e oggi, adulti, vorremmo riportare in vita la sua preziosa attività. Già facciamo molto in collaborazione con il liceo scientifico Galilei che ospita la strumentazione – a parte il sismografo che fu rubato a suo tempo – e anche con alcuni Comuni della provincia che ci hanno contattato per avere collaborazione in caso anche di calamità oltre che di maltempo, per monitorare la situazione ed essere valido supporto per i cittadini. Ad oggi siamo questo e lo siamo per passione, vorremmo creare collaborazione con i Comuni e l’università magari. Intanto portiamo avanti la parte didattica nelle scuole, a breve faremo un incontro al Galilei con il colonnello Giuliacci”.
Voi avete notizie della scossa del 21 dicembre?
“E’ stata avvertita da molti nella zona di Massetana Romana ma non registrata. Non è la prima volta e d’altronde le scosse superficiali di lieve entità vengono percepite bene ma non rilevate dai sismografi nazionali. Però questo potrebbe confermare la tesi su cui studio da molto: i movimenti del terreno sottostante a quella zona composta da sedimenti detritici del pliocene inferiore possono essere causati da una piccola fascia di deformazione, questa linea tettonica potrebbe essere simile alla linea della Tressa (che va da Castelnuovo Berardenga a Isola d’Arbia) anche se in scala molto più piccola e potrebbe risentire delle emissioni di anidride carbonica e da manifestazioni idrotermali ( tipo la sorgente dell’Acqua Borra)”.

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Quindi, dimostrare l’esistenza della linea della Tressa sarebbe come dimostrare l’esistenza della Diana, il magico fiume sotterraneo…
“Esattamente. Potevano forse essere collegate le due cose e con qualche frana il fiume potrebbe, nei secoli, aver cambiato corso. Forse oggi qualcosa potremmo scoprire in merito, magari insieme all’Università potremmo fare qualcosa”.

Katiuscia Vaselli