Stazione spaziale cinese precipita nel centro dell’Italia (forse a Siena). Sarà vero?

Tiangong-1, che in cinese sta per “Palazzo Celeste”, è la stazione spaziale lanciata nel settembre del 2011 e che dal 2016 è fuori controllo. Il problema è questo essere fuori controllo la sta facendo rientrare in atmosfera e simpaticamente la stazione spaziale potrebbe precipitare proprio sull’Italia, anzi proprio nel centro dell’Italia (dove, guarda caso, ci troviamo noi) , nei giorni di Pasqua. La Protezione civile ha così diffuso una circolare a Regioni e ministeri per prepararsi all’impatto.

La stazione spaziale pesa poco più di 8 tonnellate, è lunga una decina di metri ed è composta da un ambiente per gli astronauti e da un modulo di servizio che contiene i serbatoi di propellente e i motori.
Secondo i tecnici occidentali, la stazione cinese potrebbe rientrare sulla Terra tra la fine di marzo e la prima settimana di aprile, anche se nessuno è in grado di fornire una data definitiva e, ancor meno, di prevedere dove potrebbe avvenire l’eventuale impatto. Di fatto, la Protezione civile ha diramato una circolare con dettagli precisi ma siamo sicuri che sia necessario il mayday?
Al momento sembra più allarmismo e clickbait (cioè articoli fatti a scopo di aumento di click): “Una stazione spaziale sta per caderci in testa!”. Tantissimi quotidiani stanno facendo a gara a chi spaventa di più la popolazione, ma cosa c’è di vero?
Matteo Miluzio della European Space Agency e la sua pagina “Chi ha paura del buio?” ci aiuta a capire meglio la situazione:
“Per ora è impossibile prevedere dove e quando cadrà la stazione cinese, sappiamo solo la fascia che comprende il 70% della superficie del pianeta”.
A queste quote l’atmosfera terrestre non è completamente assente, ma c’è un minimo di pressione residua. Abbastanza perché i satelliti subiscano dell’attrito aerodinamico, e quindi scendano lentamente quota per via della perdita di energia meccanica (cioè la somma dell’energia potenziale e di quella cinetica). Normalmente non è un problema, se si può controllare la stazione: la ISS esegue periodicamente delle manovre di “boost” dell’orbita, che la riportano in quota (un paio di km ogni 3-4 mesi). La Tiangong-1 non può più, e quindi si sta inesorabilmente avvicinando alla distruzione.
È un destino che accomuna tutti gli oggetti in orbita bassa: man mano che il satellite incontra strati dell’atmosfera più profondi, e quindi più densi, l’attrito aerodinamico aumenta, facendogli perdere velocità sempre più rapidamente, finché la sua orbita non diventa un arco che interseca la superficie terrestre. Il “tuffo” finale causa la distruzione completa del satellite quando questo incontra l’atmosfera propriamente detta, a circa 100 km di altezza.
Non è ancora chiaro quanto della Tiangong-1 sopravviverà al rientro atmosferico, né quanto questo sarà pericoloso: la stazione potrebbe cadere su qualsiasi punto del pianeta compreso tra le latitudini di +43° e -43°, la predizione del luogo esatto sarà impossibile fino al momento stesso del rientro.
Ad oggi l’ESA prevede che la Tiangong-1 rientrerà in atmosfera tra il 28 marzo e il 3 aprile. Nessuna previsione più precisa è ad oggi possibile.

Il documento della Protezione civile, in tal senso, è preciso e non proprio così allarmante: “Il rientro incontrollato della stazione spaziale cinese Tiangong 1 nell’atmosfera potrebbe interessare il territorio nazionale e l’eventuale caduta di frammenti potrebbe avvenire nei giorni di Pasqua, e riguardare “le Regioni a sud dell’Emilia-Romagna“. “La finestra temporale e le traiettorie di impatto al suolo potranno essere definite con maggiore precisione nelle 36 ore precedenti il rientro”, si legge nel documento, che sottolinea come l’organizzazione e l’interpretazione dei dati sia compito dell’Agenzia Spaziale Italia, che “curerà la fase di organizzazione e interpretazione dei dati avvalendosi del supporto di altri Enti, nazionali e internazionali”. Nel frattempo, la Protezione civile rende noto che è stato istituito il tavolo tecnico di lavoro, previsto in circostanze del genere, al quale partecipano, insieme all’Asi, il consigliere militare della Presidenza del Consiglio, i ministeri di Interno, Difesa e Esteri, Enac, Enav, Ispra, la commissione speciale di Protezione civile.
Quindi, i consigli diramati “non uscite di casa” o “non state vicino a porte e finestre” rientrano in quelle milioni di probabilità che hanno tutte la stessa veridicità: tutto o niente.

(Uno speciale ringraziamento a Matteo Miluzio di European Space Agency)

Gabriele Ruffoli
Katiuscia Vaselli