Si parla di sostenibilità e l’Università di Siena è tra i primi cinque atenei italiani

La Rus, la Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile, ha selezionato l’Università di Siena tra le cinque migliori esperienze di didattica sulla sostenibilità in Italia.

A rappresentare l’Ateneo al convegno che si è svolto nei giorni scorsi all’università Ca’ de Foscari a Venezia è stato scelto Simone Bastianoni, responsabile dell’insegnamento interdisciplinare in ‘Sostenibilità’, che ha presentato il corso scelto da quasi 750 studenti. Questo, giunto alla quarta edizione, è stato scelto tra le best practice per la didattica innovativa dello sviluppo sostenibile.

Il corso non è rivolto a facoltà specifiche ma aperto a studenti di ogni facoltà interessati all’argomento sostenibilità, tanto che quest’anno si è avuta anche un’alta partecipazione di docenti, tecnici amministrativi e persone esterne all’Università stessa.

Proprio per la struttura interdisciplinare ben organizzata, per gli argomenti affrontati e per l’elevato numero di partecipanti si è avuta la possibilità di attivare ulteriori e nuove collaborazioni transdisciplinari. 

La conferenza tenutasi ieri è stata la prima della Rus, dopo che due anni fa la Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, aveva proposto formalmente una rete di collaborazioni tra gli Atenei che si occupassero esattamente di temi come la sostenibilità ambientale e responsabilità sociale.

L’Università Ca’ de Foscari è stata designata come segreteria organizzativa ospitando dunque la prima assemblea annuale.

Molte le figure di spicco che hanno preso parte a questo convegno come Valeria Fedeli, Ministra dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane,e Angelo Riccaboni, docente dell’università di Siena e presidente di UN Sustainable Development Solutions Network Assembly, oltre ovviamente a docenti illustri e delegati di vari Atenei, impegnati da anni in questo settore e promotori di collaborazioni ed esperienze di coordinamento.

Motivo di orgoglio, dunque, per il nostro Ateneo ma allo stesso tempo punto di partenza per un lavoro intenso e continuo che coinvolga sempre più interessati.