Petrolio e gas: gli effetti del crollo dei prezzi sui mercati mondiali

untitledIl Servizio Research di Banca Monte dei Paschi di Sienaha elaborato la primarassegna periodica sulle materie prime del 2015, facendo il punto sulla situazione dei mercato che offre varimotivi di interesse per i forti movimenti che si sono verificati durante l’ultimo trimestre del 2014.

Il rapporto mette in evidenza cheindici internazionali, rappresentati dalla famiglia DJ-GSCI hanno mostrato una tendenzanegativa a partire dallo scorso mese di ottobre, soprattutto a causa dei prezzi dell’energia che sono letteralmente collassati (indice generale SPGSCI -37% da luglio 2014). Nella tendenza negativa generale, emergono notevoli  differenziazioni a livello settoriale: positivo soltanto  l’andamento delle carni (indice SPGCLVP +10% nel 2014); ancoranegativo il comparto agricolo soprattutto per effetto della debolezza diprezzi del mais dopo il forte calo registrato nel 2013 (indice SPGSAG -4,94%). Per quanto riguarda ilmetalli, andamento negativo nel 2014 sia per quanto riguarda ipreziosi ( indice SPGSPM -5,3%), che per gli industriali (indiceSPGCINP -6,5%).  Ma il settore che ha contribuito al ribasso generale è stato appunto quello dell’energia con l’indiceSPGENP in ribasso del 63% rispetto ai massimi dello scorso mese di luglio; anche l’indice messo a punto dal Servizio Research di Banca Monte dei paschi di Siena per iprezzi del gas naturale a livello mondiale MPS-WGI ha mostrato un declino del 15% durante l’ultimo mese.

Il ribasso dei prezzi energetici è stato comunque guidato dalpetrolio, in caduta libera dallo scorso mese di ottobre. L’approfondimento si propone di fare luce sulle cause di questo movimento ed individua tre diversi fattori: l’aumento delsurplus mondiale, ai massimi da inizio 2009 (poco meno di 2 milioni di barili al giorno), il forte aumento nella produzione negli USA durante gli ultimi anni e la crescita dell’economia cinese molto più moderata che in passato.

Per quanto riguarda l’andamento  dellematerie prime in Italia, i trend vengono illustrati rappresentando la famiglia degli “indici proprietari” MPS.  Per quanto riguarda ilcomparto lattiero-caseario, l’indice MPS-PG sul parmigiano e grana padano mostra un comparto ancora in sofferenza che ha fatto registrare unaflessione dei prezzi del 13% dopo quella già osservata nel 2013. Anche l’andamento deimetalli non ferrosi, descritto dall’indice MPS-NFM è stato complessivamentenegativo:dopo avere fatto registrare un effimero recupero tra marzo ed agosto ha ripreso a scendere tornando aiminimi dell’anno a partire da settembre.  In particolare il prezzo del ramesi è dimostrato molto più debole del previsto trascinando al ribasso tutto il settore, ma anchel’alluminio non è stato in grado di sostenere il temporaneo aumento delle quotazioni che si era visto nel periodo primavera-estate.

L’unico comparto che ha datoprova di forza durante gli ultimi mesi è stato quello dei cereali: l’indice MPS-CER èaumentato di circa il 15% dopo l’estate riportandosi intorno ai massimi dell’anno soprattutto per effetto della notevolecrescita dei prezzi del grano duro. L’approfondimento spiega le cause  della contrazione della produzione di grano duro a livello mondiale, soprattutto inCanada dove la flessione è stata del 23%. Per queste ragioni, ci potrebbero essereripercussioni nel mesi a venire per i nostri produttori di pasta e disemola di grano duro malgrado la stagnazione dei consumi.