Marroni: ‘La sanità toscana è migliorata anche quest’anno’

Luigi Marroni

“In quello che si era preannunciato come l’annus horribilis per la sanità, nazionale e toscana, il 2012, in realtà la nostra sanità, non solo ha tenuto, ma ha portato i conti in pareggio ed è anche migliorata, come ci dicono i risultati preliminari della valutazione del MeS”. L’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni ha commentato oggi, nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche Sabina Nuti, direttore del MeS, i risultati della valutazione delle performance delle aziende sanitarie toscane, condotta come ogni anno dal Laboratorio management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. “Tre gli aspetti da sottolineare per quanto riguarda la buona salute del nostro sistema sanitario – ha detto Marroni – Prima di tutto, l’inversione di tendenza dal punto di vista economico: i bilanci delle aziende del 2012 sono tutti in pareggio, proprio pochi giorni fa abbiamo avuto l’ok da Roma. Poi abbiamo impostato una profonda riforma, che introduce elementi di grande modernità nel nostro sistema sanitario. Infine, i risultati della valutazione del MeS, che ci indicano un miglioramento complessivo della qualità del nostro sistema toscano: miglioramento testimoniato anche dal Piano nazionale Esiti dell’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari regionali. Dunque – sottolinea ancora l’assessore – in un anno in cui c’erano tutti i presupposti per la crisi, grazie anche al contributo di tutto il personale della sanità toscana i conti hanno tenuto, stiamo facendo la riforma e i dati sanitari sono migliorati”.

Sabina Nuti scende nel dettaglio dei risultati del MeS, precisando che “si tratta ancora di dati preliminari, noi diamo qualche settimana alle aziende per verificare, il flusso di dati è ancora in corso, mancano ancora alcuni indicatori, la versione definitiva sarà pronta a luglio”. “Si è registrato un miglioramento su oltre il 65% degli indicatori presi in esame – spiega Nuti – Complessivamente tutte le aziende sono migliorate, e si è ridotta molto la variabilità interregionale, cioè la differenza tra le varie aziende. C’è stato uno spostamento verso l’alto di tutte le aziende, un’ottima performance anche nel confronto a livello nazionale”. “La stessa azienda di Livorno, che in questi giorni è stata al centro di polemiche  – interviene l’assessore – ha avuto per esempio ottimi risultati per quanto riguarda l’oncologia”.

“In una fase come questa, di crisi per il Paese in generale e per la sanità, è importante dare messaggi positivi: non di facile ottimismo, ma documentati e basati sui numeri”, osserva l’assessore Marroni. Ecco dunque alcuni dati significativi sulla sanità toscana. Per esempio, le morti evitate grazie a interventi tempestivi ed efficaci in Toscana sono molte di più rispetto al dato nazionale: quelle per tumore maligno, 18 in più della media nazionale; morti evitate a 30 giorni per ictus, 32; per frattura del collo del femore, 15; per bypass aortocoronarico, 37; per infarto, 25. Ancora, le fratture di femore operate entro due giorni, un dato molto significativo dell’efficienza del sistema: la media nazionale è del 35%, quella toscana è passata dal 60 al 71%, con aziende che hanno fatto veri balzi in avanti: Careggi dal 34 al 68%; Livorno dal 52 al 66%; Prato dal 48 all’84%. La mortalità nel primo anno di vita è di 2.77 su 1.000 nati vivi, rispetto a una media nazionale di 3 su 1.000. Si sono ridotti i ricoveri inappropriati in ospedale: il tasso di ospedalizzazione è sceso da 139 a 134 per 1.000 abitanti: “Anche grazie alla medicina di iniziativa – spiega l’assessore – che “va incontro” al paziente e lo cura prima che si aggravi. Su questo abbiamo lavorato molto. Entro l’anno arriveremo al 60-70% della copertura della medicina d’iniziativa, e l’anno prossimo al 100%”.

“Complessivamente il servizio sanitario viene percepito dai cittadini come buono, tra i migliori servizi pubblici nella nostra regione – informa Sabina Nuti – Volendo individuare i punti più deboli, c’è da lavorare  soprattutto sulla comunicazione e l’organizzazione dei servizi distrettuali. E c’è una forte richiesta di potenziamento dell’assistenza domiciliare”.