Leonardo Castelli, da Siena al National Geographic. In uno scatto.

Lo scatto del senese Leonardo Castelli è stato pubblicato sul numero di settembre del National Geographic. Una grande soddisfazione che premia una foto ‘difficile’.

Ha iniziato 3 anni fa, zaino in spalla e macchina fotografica al collo, è salito su un aereo e ha mosso il primo passo nel mondo. Un viaggio ancora in corso, il suo, ma che oggi lo ha portato sulle pagine del National Geographic.

Leonardo Castelli, senese e contradaiolo della Torre, è l’autore della foto apparsa sul numero di settembre della nota rivista, scelta tra migliaia di fotografie che ogni giorno vengono inviate: “Una grande soddisfazione – racconta Leonardo -. Inizialmente è stato difficile crederci, anche perché quando mi è arrivata la mail in cui mi hanno comunicato la selezione, la stessa è arrivata alla mia ragazza, Paola. Infatti, le due foto di questo mese sono le nostre, una coincidenza più unica che rara”.

Una foto ‘difficile’ per tanti motivi. Lo scatto ritrae una donna della popolazione dei Drokpa, abitante del villaggio di Darchiks, al confine tra India e Pakistan, nella regione del Kashmir, una zona estremamente militarizzata a causa dei continui scontri tra stato e ribelli, a cui è possibile accedere solo tramite permessi speciali.

“Quando siamo atterrati, c’era un clima tesissimo. Poco prima, il capo dei ribelli era stato ucciso in uno scontro a fuoco, dove erano morte in tutto 18 persone. Internet era stato bloccato, così come le linee telefoniche: era impossibile comunicare ed il giorno dopo c’era il coprifuoco, quindi strade completamente deserte”.

Questo succedeva a Srinagar, capitale estiva del Kashmir, ma la foto di Leonardo racconta la storia di un popolo isolato, lontano, chiuso nelle sue tradizioni a cui il fotografo senese ha avuto accesso con ulteriori permessi speciali, quelli che vengono rilasciati agli antropologi, perché lì i fotografi non sono ammessi.

“E’ una tribù estramemente particolare. Dagli indiani, queste persone sono chiamate ‘gli ariani‘, a causa dei loro tratti somatici e del colore della loro pelle più chiara rispetto gli altri. C’erano poche persone con abiti tradizionali, abbiamo notato questa donna anziana ma la signora non voleva farsi fotografare perché era a lutto”.

Un popolo ancora molto attaccato alle proprie tradizioni, restìo ai contatti con il mondo esterno ed estremamente rispettoso delle proprie regole, ma anche molto, molto povero.

“Gli abbiamo offerto qualche soldo e, alla fine, ha accettato. Non voleva farsi vedere in strada con i vestiti a festa, quindi siamo entrati in casa sua. Giusto il tempo di qualche scatto e ci ha mandati via, abbastanza infastidita. Avremmo potuto fotografare qualcun altro, ma questa donna era la più anziana di tutti, sembrava la padrona del villaggio ed era in assoluto quella più particolare, anche per i tratti del volto”.

Una foto difficile, ma che ha ricevuto la sua ‘medaglia al valore’, scelta tra migliaia di altre foto per il National Geographic e che, adesso, è stata selezionata tra le finaliste del concorso internazionale ‘Diaframmiawards‘, dove verrà giudicata da grandi professionisti del settore.

Arianna Falchi