La Rondinella e le storie di una notte di trent’anni fa

Ci appare di nuovo lungo la Cassia e ci dovrebbe venire in mente una storia d’amore mai felicemente conclusa: eppure la villa La Rondinella (oggi ereditata dal Comune di Buonconvento e forse presto in vendita, come abbiamo raccontato qui) ci evoca altre immagini, a cominciare dal disegno della donna sul frontale che, si racconta, in certe notti pare possa addirittura muoversi.

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E’ questo liberty in decadenza che fa muovere la fantasia, più che episodi cruenti del suo secolare passato. Gli unici abitanti “sofferenti” di questa villa furono gli sfollati durante la guerra, ma non è possibile ricostruire vicende di cruenti decessi, senza reali collegamenti ai temibili reparti nazisti che operarono nella zona: solo l’eccidio del vicino Rigo Secco sembra colorare questa terra di sanguinari eventi. La stessa proprietaria ci spiegava che questa fama di luogo infestato di fantasmi era dovuto all’aria della villa, all’alta siepe, a quella sinistra torretta, fornendo anche una spiegazione ai rumori interni, amplificati dal vuoto delle stanze, dovuti a delle bolle d’acqua che si intersecano con le fondamenta della Rondinella. Tutto il resto è leggenda e dinamiche proprio dei racconti popolari che si arricchiscono di particolari voce dopo voce, persona dopo persona.

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Come quella di un noto acchiappa nuvole-scrittore che, ai tempi della sua gioventù, ascoltò la vicenda di un trentenne senese che ebbe l’avventura di passarci una notte. Furono ore tranquille fino alla mezzanotte, poi iniziarono rumori strani: come se si trasportassero pesanti catene accompagnando questo a sospiri e grida. All’alba abbandonò la casa, non prima di aver controllato sotto le porte: per evitare scherzi aveva sparso del borotalco che poteva dare il segnale della traccia del passaggio di qualche buontempone in vena di scherzi. Ma tutto era intatto.

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Meglio una spiegazione antropologica di questo intricato mistero: l’esempio liberty diviene mito nella popolazione del luogo, assumendo le caratteristiche della grande casa delle fiabe, una sorta di isola misteriosa spiata dalla vicina Buonconvento. L’eroe possiede “la grande casa” ma non ne fa la sua reggia, la vita sociale o privata in essa non avviene mai, la voce popolare esige però una presenza in essa: ecco la suggestiva metamorfosi in casa infestata. Probabilmente rammentata con garbo e misura da Leonardo Sciascia in “Nero su nero” , La Rondinella sembra essere uscita dalle cronache di Stendhal per quel raffinato senso di mistero che sposa l’immagine architettonica. Non si va mai oltre la possibilità di infestazione, non si vogliono ben scoprire vivaci spettri per una sottile ironia che ha il sapore di oppiacea decadenza. Nessuno oltrepassa la trasparente convinzione che ogni tanto ci stia bene una strana villa con i suoi “forse spettri”, oppure immagini di lontani viaggiatori.
Massimo Biliorsi