Il bullismo fa meno paura se la polizia è vicina ai ragazzi: iniziativa al Caselli

Un’importante iniziativa con la Polizia di Stato, voluta dalla dirigente scolastica dell’Istituto Superiore Caselli di Siena Valeri Bertusi per parlare di bullismo e cyberbullismo.
Questo l’incontro che si è tenuto con circa 100 studenti nell’aula magna della scuola, al quale hanno partecipato il Questore di Siena Maurizio Piccolotti, accompagnato dal vice dirigente della Squadra Mobile, Vice Commissario Piero di Lorenzo, con l’intervento del Vice Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Toscana Dirigente Tecnico Superiore Gianluca Massettini, venuto appositamente da Firenze.
Il questore si è rivolto ai ragazzi sottolineando l’importanza della collaborazione tra la Polizia di Stato e la Scuola, soprattutto in termini di prevenzione del fenomeno.


“Un costante e continuo dialogo – ha detto Piccolotti – può infatti aiutare a prevenire certi comportamenti, informandosi sulle conseguenze che determinano, che possono portare anche a provvedimenti come l’ammonimento del questore, qualora non sia stata proposta ancora querela, e, al contempo, far conoscere gli strumenti di tutela previsti dalla legge, che vedono coinvolti i poliziotti esperti del settore, unitamente ai docenti e alle famiglie”.
Dopo il primo intervento del Questore è stata la volta del funzionario Massettini che ha affrontato, da specialista, il fenomeno del cyberbullismo e dell’uso consapevole della Rete Internet ed in particolare del Social, sempre più sentiti tra i giovani “nativi digitali”.
Avviata, tra l’altro, anche a Siena la App “YOU POL” ideata dalla Polizia di Stato, che consente d’inviare segnalazioni alla sala operativa della Questura, anche in via anonima, se si è testimone o si è venuto a conoscenza di episodi di bullismo o traffico di stupefacenti.
Il Vice Commissario Di Lorenzo, illustrando casi di concreti verificatisi nella provincia di Siena, per i quali si è reso necessario l’intervento dei poliziotti della Squadra Mobile, ha invece trattato la parte repressiva del fenomeno, con particolare riferimento al bullismo, che di per sé non costituisce fattispecie di reato ai sensi di legge ma che può configurare, sotto diversi aspetti, come per le lesioni, i danneggiamenti, gli atti persecutori, la violenza o altro, comportamenti punibili penalmente.