Fanotti (Pd): “Mps, no ai tagli. Servono nuovi investimenti per garantire la coesione sociale”

“Dopo i dati del primo trimestre 2013 di Banca Mps di questi giorni, in cui si evidenzia che fondamentalmente l’Istituto di Rocca Salimbeni mantiene la propria clientela nonostante la fase difficile e ‘si avvia alla svolta’, come affermato dall’amministratore delegato Viola, auspico che l’attuale dirigenza riveda le proprie posizioni sulle esternalizzazioni e si impegni a dialogare con il nuovo sindaco”.
Sonia Fanotti, candidata del Partito democratico, interviene sul piano industriale Mps con particolare riferimento alla esternalizzazione della Divisione Attività Amministrative, Contabili e Ausiliarie (Daaca), società nata dalla scissione del Consorzio operativo Mps nella quale lavora. “Siamo sicuri – prosegue Fanotti – che questa esternalizzazione sia così indispensabile per la banca? Siamo proprio sicuri di voler rinunciare all’impegno, alla dedizione, alla professionalità e all’attaccamento all’azienda di quei lavoratori? Questa esternalizzazione non dà alcuna garanzia sul futuro a quei 1.100 lavoratori che hanno una famiglia da mantenere: potrebbe verificarsi un altro duro colpo allo stato sociale della città. Che colpa hanno i dipendenti della Daaca delle scelte scellerate della precedente dirigenza? Che colpa hanno del fatto che da un anno, per le ben note vicende, la città è senza un sindaco? Se ci fosse stato il sindaco, avremmo avuto un interlocutore istituzionale che si poteva far carico della sicurezza economica di una parte della sua comunità. Io sono convinta che per rilanciare la banca occorra l’impegno, la serenità e l’entusiasmo di tutti. I senesi amano la città e le loro istituzioni: sono abituati da secoli a vivere momenti difficili, ma sono sempre riusciti a far rinascere Siena”.

Incredulità, rabbia e smarrimento hanno sostituito lo spirito di appartenenza. “In Daaca – dice ancora la candidata del Pd – è stata strasferita una parte dei lavoratori del Consorzio senza un criterio ben preciso, o almeno non così evidente: dipendenti che col loro percorso lavorativo hanno portato lustro alla Banca, lavorando con impegno e spirito di appartenenza anche nelle filiali di tutta Italia e contribuendo, come tutti gli altri colleghi del resto, a posizionare la Banca ai vertici nazionali. Oggi ci ritroviamo in una situazione a dir poco allucinante: lo spirito di appartenenza alla banca della città è stato sostituito a poco a poco da una crisi di identità, da un senso di smarrimento, di incredulità e di rabbia di fronte alle vicende che stanno via via emergendo. Non solo in Daaca, ma in generale in tutta la banca, si è creato inevitabilmente un clima di incertezza che non può che pesare negativamente sul rendimento dei lavoratori e sulla loro tranquillità”.

Inutile e dannosa la ricetta dei tagli, servono investimenti per ridare impulso all’economia. “Siamo in un’epoca – conclude Sonia Fanotti – che di fronte ai problemi e alla crisi economica, non trova altra soluzione che ‘tagliare’: tagliare i costi, i servizi, le teste e alla fine anche la dignità delle persone. È il ritornello del Governo Monti che, anziché rilanciare i consumi e l’economia con investimenti per la creazione di posti di lavoro, ha avuto come unica preoccupazione quella di pareggiare i conti. Oggi è evidente come questa politica sia stata una vittoria di Pirro, che non solo non ha raggiunto lo scopo ma ha ulteriormente aggravato lo stato sociale nel suo complesso. La stessa cosa sta purtroppo succedendo al Monte: si pensa semplicemente a esodare, a esternalizzare, a tagliare, e non a progettare e innovare, a coinvolgere tutti i lavoratori e farli partecipare al rilancio della banca. Io credo invece, e non sono la sola a pensarlo, che è proprio nei momenti di crisi che vanno fatti nuovi investimenti per dare impulso all’economia”.