Tristezza, commozione e tanti costoniani ai funerali di Alessandro Morbidi

Nella chiesa di San Martino, gremita di gente, soprattutto costoniani, si sono svolte le esequie funebri di Alessandro Morbidi, Sandrino, come gli amici più intimi amavano chiamarlo. E lo chiamavano così anche i costoniani di un tempo, allora ragazzi felici e spensierati che frequentavano il ricreatorio Pio II del Costone già dai tempi di monsignor Nazareno Orlandi. Un’amicizia questa destinata a proseguire negli anni, perché troppo vera, intensa, indissolubile, ulteriormente consolidata durante la direzione di don Vittorio Bonci, agli inizi degli anni ’50, un’epoca questa che ha visto lo svilupparsi delle attività sportive al Costone con la nascita del Gruppo Sportivo sulle orme della storica Società Ginnastica Fides 1904, grazie proprio al contribuito fattivo di persone come Sandro Morbidi che riuscivano a conciliare i doveri familiari e dell’intensa attività lavorativa, con quelli ricreativi e formativi.

“L’impegno che Sandro Morbidi ha profuso all’interno del sodalizio costoniano – ha ricordato il vice presidente del Costone Roberto Rosa al termine della Messa celebrata da monsignor Gaetano Rutilo – non è facilmente rappresentabile, in quanto dovremmo parlare e descrivere tutta la sua vita, perché il suo pensiero, il suo amore verso il Costone, è stato immenso in ogni fase della sua esistenza, anche quando – negli ultimi tempi – non poteva più frequentare i nostri luoghi, il nostro nuovo palazzetto come egli invece avrebbe voluto. Ho molti ricordi di lui, ma uno in particolare lo tengo ben impresso nella mia mente: il giorno dell’inaugurazione del nostro Palazzetto; c’era anche lui in prima fila, come era giusto che ci fosse, perché come per tutti i Costoniani, anche per lui e soprattutto per lui, in quel giorno si avverava un sogno fantastico. Per decenni  Sandrino ha seguito le vicende della squadra gialloverde con un pathos che è riuscito a trasmettere a tutti noi in maniera sincera, leale, cordiale, come lui sapeva essere. Per molti giovani è stato un esempio e una guida sicura sotto il profilo educativo; riusciva, con grande convincimento, a parlare del Costone come un bene prezioso che doveva essere amato con tutto il cuore. Personalmente ho appreso molte cose dai suoi insegnamenti, dai suoi aneddoti che non si stancava mai di raccontarci. Dalle sue parole si comprendeva quanto fosse grande il suo amore per il Costone. Un amore che adesso prosegue la sua strada, tramite sua figlia Patrizia, che da alcuni anni, nel segno della continuità e tradizione, ha raccolto il testimone di suo padre, grande persona e grande costoniano che non scorderemo mai. Chi ha conosciuto Sandrino, sa che egli non amava troppi convenevoli, in quanto la semplicità era una delle sue migliori doti. E allora voglio concludere questi miei semplici, ma sentiti pensieri con una frase che lui stesso ebbe modo di dire alcuni anni fa, in occasione di una riunione al Costone: ‘Noi tutti ci dobbiamo considerare fortunati per aver sceso una prima volta questa Piaggia, per avere frequentato questi luoghi, per aver consolidato all’interno di essi le nostre profonde amicizie che hanno forgiato i nostri caratteri. Dobbiamo essere tutti quanti fieri del nostro Costone e portarlo sempre nei nostri cuori, cercando di far capire ai giovani il senso di attaccamento alla nostra bandiera che dovremo far sventolare sempre in alto con grande dignità’. Questa bandiera Sandrino, che oggi ti avvolge, vorrei che ti seguisse lassù in cielo, ma le cose terrene è bene che restino qui tra di noi; lassù avrai con te cose molto più importanti, come il ricordo di tutti noi che ti accompagnerà per sempre nell’eternità”.

La salma, accompagnata dai familiari e amici più stretti e dai giocatori del Costone, è stata poi condotta al Cimitero della Misericordia dove è avvenuta la tumulazione.