Storia incredibile in tribunale a Siena: lo chiamano al telefono e lui torna a farsi arrestare

In un palazzo di giustizia semi deserto per le ferie estive alle 11 di oggi scatta l’allarme. Un uomo dopo aver superato i controlli alla porta principale e il metal detector ha fatto irruzione nella stanza di un giudice. Insiste che vuole parlargli. E’ lo stesso magistrato che attiva le forze di polizia delle squadre di polizia giudiziaria presenti nel palazzo di giustizia. Immediatamente iniziano le ricerche. Vengono controllati i garage, gli uffici, le aule. Gli uomini delle pg vanno avanti e indietro per i quattro piani del Palazzo. Lo sconosciuto sembra essere sparito nel nulla. Come è possibile? È forse uscito senza che nessuno lo vedesse? Vengono visionate le immagini delle telecamere sia interne che esterne e compare il “ricercato”. Piccolo di statura, calvo, con un enorme tatuaggio sul braccio sinistro. Non passa davvero inosservato. In mano ha alcuni fogli. È una vecchia conoscenza delle forze di polizia. Perché è tornato a Siena e addirittura in tribunale avendo il divieto di rimettere piede nel Comune. Le telecamere confermano che ha lasciato il palazzo di giustizia. Intanto in viale Franci arriva una pattuglia di carabinieri di Siena Centro precedentemente attivata. Qualcuno in cancelleria ha perfino il suo numero di cellulare. Gli telefonano per farlo tornare indietro. Impossibile che lo faccia, pensa qualcuno visto il divieto che pende sulla sua testa. Se lo fa va incontro a guai grossi. Il codice prevede l’arresto. Incredibile, ma vero lui ricompare tanto da essere bloccato da un finanziere della pg mentre entra in tribunale. L’uomo viene scortato negli uffici della polizia giudiziaria. E cosi ancora una volta la quotidianità ha superato di gran lunga la fantasia umana. Una storia che fa sorridere in questa torrida estate. Forse ora il nostro sprovveduto protagonista sorriderà meno.

Cecilia Marzotti