La sposa e l’incubo degli abiti contraffatti. La Finanza senese sventa la truffa

SIENA: SCOPERTO DALLA GUARDIA DI FINANZA UN ATELIER DI ABITI DA SPOSA DI ALTA MODA CONTRAFFATTI. I VESTITI VENIVANO VENDUTI SULLA RETE. BLOCCATO DALLE FIAMME GIALLE IL SITO ILLEGALE

Se credete che il matrimonio sia un rischio dopo aver pronunciato il fatidico ‘sì’, non avete fatto i conti perbene con tutto ciò che può accadere prima e che può rendere un incubo anche il vostro giorno più bello.

Nelle foto di archivio che abbiamo inserito, vi mostriamo alcuni casi analoghi a quello risolto dai militari delle Fiamme Gialle oggi, quando la Guardia di Finanza provinciale ha individuato e oscurato un sito internet sul quale venivano messi in vendita abiti da sposa e da cerimonia contraffatti, di importanti e lussuose case di moda: Kiabi, Maggi Sottero, Max Mara, Pinko, Wildrose.

Abiti del valore di svariate migliaia di euro venduti a prezzi irrisori (poche centinaia di euro). La scoperta grazie alla segnalazione di un utente, insospettito proprio dal valore non congruo del bene: l’esponente riferiva che, navigando casualmente su internet, aveva ritrovato un profilo Facebook denominato “ABITI DA SPOSA” ove venivano pubblicizzati abiti da sposa e per cerimonia (su misura), accessori di abbigliamento vari, borse e scarpe.
Le indagini, dirette e coordinate dalla locale autorità giudiziaria nella persona del procuratore Salvatore Vitello e del Sostituto Nicola Marini, consentivano di individuare la responsabile del sito, una signora originaria di Grosseto, che da poco si era inventata l’attività ‘imprenditoriale’.

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L’indagata aveva attivato una vera e propria attività di commercio elettronico, acquistando gli abiti e gli accessori da cerimonia su un sito internet cinese per poi rivenderli attraverso un suo profilo Facebook.
I contatti con i potenziali clienti avvenivano tramite posta elettronica mentre i pagamenti venivano eseguiti tramite
carte elettroniche prepagate proprio per consentire un certo anonimato ed un’elevata capacità di transazione.
All’interno dell’abitazione della signora sono stati, inoltre, rinvenuti bozzetti di abiti da sposa e da cerimonia con indicati modelli, taglie, codici identificativi e prezzi dei vari articoli, nonché elenchi di oggettistica riconducibile ad organizzazione di banchetti nuziali (segnaposto, bouquet, etc.), un vero e proprio “catalogo” imprenditoriale
del “wedding planner”.
Fortunatamente, l’intervento della Guardia di Finanza, grazie anche alla solerzia e al forte senso della giustizia del cittadino che ha segnalato il sito, è risultato quanto mai tempestivo, consentendo di bloccare immediatamente la vendita degli abiti contraffatti.
Il sito è risultato aperto solo da alcuni di mesi e fortunatamente non sono stati tanti i clienti raggirati.
In effetti, l’azione della Guardia di Finanza a contrasto del fenomeno della contraffazione in genere mira in primis
alla tutela dei consumatori, talvolta ignari di acquistare beni non originali e solitamente non consapevoli dei rischi cui vanno incontro: in alcuni casi i beni contraffatti non essendo sottoposti ai controlli di sicurezza ed igiene previsti dalle normative comunitarie e nazionali, risultano persino pericolosi per la salute.
Nel caso di specie la vendita di abiti riportanti marchi di alta moda avrebbe sicuramente nociuto al prestigio del Made in Italy, venendo poste in vendita merci di scarso pregio, lontane dall’eccellenza qualitativa raggiunta dalla aziende nazionali nel settore.