Di Firenze, della morte e dell’America

A volte non è possibile fare cronache giornalistiche che possano astenersi da un’analisi sociologica asettica e priva di sentimento e compassione. Abbiamo vissuto, nei racconti di #ingiroconsienanews, l’Oltrarno fiorentino con le sue colorate sfaccettature, con la sua voglia di emergere attraverso lo stupore. Poco meno di due mesi fa SienaNews aveva scritto di Santo Spirito: “Un movimento perennemente in atto, che nasconde in un’apparente e semplice movida giovanile, una lotta intestina tra una sana e schietta fiorentinità e un atteggiamento talvolta dissonante e radical chic, troppo lontano da una tradizione che non avrebbe bisogno di pose e forzature”.
Una descrizione all’interno di un percorso di visita finalizzato ad una scoperta di un’isola facente parte di una pseudo metropoli che va cercando una ragione ed un motivo valido per potersi ancora definire “culla del Rinascimento” infinito e senza limiti.
Purtroppo Santo Spirito ha creato mostri da baraccone che attraverso disponibilità economiche non supportate da una base culturale da vero Rinascimento ha superato ogni limite consentito quando parliamo di dignità legata ai maledetti protagonismi.
Adesso sta ad Ashley Olsen (la ragazza americana uccisa in casa a Firenze e ritrovata sabato, sulla cui morte si sta indagando e cercando di ricostruire – tra i messaggi della vittima che diceva di avere uno stalker, pc, reggiseno, ambiente e frequentazioni), far comprendere che l’esasperazione, quando soverchia e schiaccia una cultura secolare come quella che caratterizza il quartiere fiorentino per antonomasia, porta solamente ad annientamento e privazione di serenità.
Santo Spirito ha ucciso Ashley e sarebbe curioso, ma per rispetto non necessario, leggere il messaggio che una ragazza durante una strana calda notte di gennaio, si è sentita di scrivere su quella cornice di pietra serena che per anni ha abbracciato come un buongiorno la straordinaria bellezza di un’anima americana che aveva capito come la sua America risiedesse, da sempre, in una piccola via che collega il Carmine a Piazza Santo Spirito.

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