Clandestino richiede emersione dal lavoro con falso nome e paga contributi di padrona defunta

Polizia Postale

Polizia Postale

Aveva dichiarato un falso nome per farsi rilasciare un’attestazione di nazionalità dal Consolato del Marocco, con la quale aveva poi presentato all’Ufficio Immigrazione istanza di emersione dal lavoro.

L’uomo, un marocchino di 32 anni, non è però sfuggito all’occhio attento della Polizia.

Gli agenti della Polstrada di Siena, Distaccamento di Montepulciano, in servizio di vigilanza stradale, lo hanno fermato sul raccordo Siena – Bettolle, a bordo di autocarro Iveco, condotto da un connazionale, con il quale trasportava materiale ferroso.

Durante il controllo, il marocchino ha mostrato ai poliziotti l’attestato di nazionalità del Consolato al posto del documento, con il quale aveva certificato il possesso di una Carta di identità, esibendo anche una ricevuta che dimostrava l’avvenuta dichiarazione di emersione dal lavoro irregolare domestico.

Anche se in relazione ai dati anagrafici impressi su quei documenti non risultavano precedenti penali o di polizia a carico dello straniero, gli agenti, dopo aver intravisto nel suo portafogli un documento che poteva apparire come una patente di guida, hanno deciso di approfondire gli accertamenti.

L’intuito e l’esperienza hanno dato loro ragione quando è emerso che le generalità riportate sulla patente erano ben diverse da quelle dell’attestazione del Consolato, rilasciata evidentemente con un alias, cioè con una falsa identità.

Con il suo vero nome sono stati, infatti, riscontrati ben 21 controlli di polizia nei confronti dello straniero, con tanto di rilievi foto segnaletici, di impronte e altri accertamenti di Polizia Scientifica, dai quali è emersa la sua clandestinità, essendo stato emesso a suo carico, nel 2010, un Decreto di Espulsione del Prefetto di Firenze, con successivo Ordine del Questore a lasciare il territorio nazionale, ai quali non aveva mai ottemperato.

Non solo. Gli agenti hanno accertato che l’uomo ha continuato a pagare i contributi per lavoro domestico, per conto della sua ex datrice di lavoro defunta da un anno, per non destare sospetto circa la domanda di emersione. Lui stesso ha, infatti, poi confessato che dopo la morte della donna, residente a Firenze, si era fatto consegnare una fotocopia dei documenti dagli eredi per poter versare i contributi e concludere positivamente la pratica per ottenere il permesso di soggiorno.

Una volta terminati i riscontri investigativi l’uomo, A.K. le sue vere iniziali, è stato arrestato e sorvegliato presso la Questura di Siena, in attesa del giudizio di convalida che si terrà oggi, nel primo pomeriggio. Tutti i documenti in suo possesso sono ora al vaglio dell’Ufficio Immigrazione per gli aspetti amministrativi inerenti la posizione di clandestinità sul territorio nazionale.

Il connazionale, conducente del mezzo, è stato inoltre denunciato, per aver impiegato alle proprie dipendenze, nell’attività di raccolta di rifiuti ferrosi, un extracomunitario clandestino.