Al via il progetto Margherita nelle scuole di Siena, Arezzo e Grosseto: l’autismo è condivisione

Attività di laboratorio e condivisione con l’intera classe di esperienze quotidiane, nell’ottica della partecipazione attiva. Il progetto “Margherita – I laboratori del fare condiviso”, realizzato dalla Asl Toscana sud est con gli uffici scolastici provinciali e le associazioni dei genitori, è dedicato ai soggetti affetti da autismo ed è in fase di sperimentazione. Sono coinvolti 21 istituti in tutto il territorio aziendale, per un totale di 39 ragazzi con spettro autistico (9 ad Arezzo, 8 a Siena e 22 a Grosseto), che condividono le attività con i loro compagni di classe. Lo scorso anno scolastico, per la prima fase di sperimentazione, erano la metà.
Il progetto Margherita, il cui logo è stato realizzato nelle scorse settimane proprio da alcuni ragazzi affetti da autismo, affonda le sue radici nel crescente numero di persone autistiche in età evolutiva (circa 4/1000) residenti nel territorio della Asl Toscana sud est. Questo rende necessario costruire una rete di interventi intorno al bambino e alla famiglia anche attraverso la scuola.
“Il progetto è rivolto agli studenti ma, ovviamente, anche agli insegnanti e alle famiglie di questi ragazzi – spiega Simona Dei, direttore sanitario – La nostra intenzione, dopo questa fase di sperimentazione, è di diffondere il progetto a molte altre scuole perché i risultati che stiamo notando sono davvero significativi: tempi di attenzione più lunghi, sviluppo del senso di appartenenza al gruppo e alla comunità, migliori parametri di autoregolamentazione comportamentale, migliore partecipazione e scambio relazionale, maggiore inclusione e integrazione tra pari età”.
Le attività di laboratorio previste, che vedono quindi insieme bambini con autismo e bambini normodotati, sono: “Danze popolari”, “Merenda tra i banchi”, “Falegnameria a scuola”, “Costruire strumenti”, “Cucina”, “Costruzione libri di testo – Ti racconto una storia”. Non si tratta di attività di riabilitazione, ma di partecipazione e condivisione, con un ruolo attivo di tutti i bambini.
“Il progetto Margherita – spiega Ettore Caterino, responsabile della Rete aziendale – rappresenta un approccio innovativo e attivo che oltre a potenziare le abilità degli studenti con spettro autistico crea condivisione, socializzazione ed empatia tra tutti i ragazzi: di fatto, tutti gli studenti migliorano perché esperiscono l’emozione positiva della relazione d’aiuto. E’ bello vedere come si relazionano, come imparano a confrontarsi, senza dimenticare che nelle classi che hanno aderito non abbiamo mai registrato fenomeni di bullismo né di emarginazione. Le azioni previste dal progetto Margherita, oltre ai laboratori in classe, sono molteplici e consistono nella strutturazione di gruppi di lavoro con gli insegnanti, percorsi di formazione specifica, promozione di nuovi strumenti di valutazione, colloqui all’interno delle scuole a cadenza periodica, tavoli interistituzionali tra scuole, Asl e famiglie, incontri con gli Uffici scolastici provinciali e verifiche finali”.
Sono circa 30 i nuovi casi di autismo che vengono diagnosticati ogni anno nelle singole province di Arezzo, Siena e Grosseto, quindi un centinaio complessivamente. In occasione della “Giornata mondiale dell’autismo”, in programma il 2 aprile, l’Asl Toscana sud est illuminerà di blu una delle sue sedi e coglie l’opportunità per ricordare l’impegno costante nei confronti delle persone autistiche e delle loro famiglie, attraverso progetti, servizi e attività, sottolineando l’importante sinergia con tutte le associazioni delle tre province.
Inoltre l’Asl Toscana sud est sta portando avanti il progetto Pass (Percorsi assistenziali per soggetti con bisogni speciali), un modello di intervento regionale che sarà attuato nei prossimi tre anni per garantire equità di accesso ai servizi sanitari delle persone con disabilità. Infine le singole Zone Distretto stanno portando avanti dei progetti, legati a fondi ministeriali, sul “Dopo di Noi”, rivolti anche a ragazzi affetti da autismo. Si tratta di percorsi di accompagnamento per l’uscita dal nucleo familiare o dalle strutture e graduale inserimento in soluzioni residenziali o semiresidenziali, laboratori, attività diurne; azioni di promozione della vita adulta indipendente; lavoro di cura della rete familiare; percorsi con le famiglie; integrazione e valorizzazione della rete dei servizi territoriali.

(immagine di repertorio)