Banca Mps non ha superato gli stress test, mancano 2 miliardi di euro

Banca Mps

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I risultati dell’esercizio di Comprehensive Assessment (“CA”) hanno confermato la solidità della struttura patrimoniale di Banca Monte dei Paschi di Siena (“BMPS” o la “Banca”), capace di assorbire l’impatto dell’Asset Quality Review (“AQR”). Tale risultato è stato raggiunto grazie alle adeguate dimensioni dell’aumento di capitale effettuato nel giugno 2014. Nell’ambito dell’esercizio, il Common Equity Tier 1 (“CET1”) post AQR risulta infatti pari al 9,5% al 31 dicembre 2013 contro una soglia dell’8,0%.

E’ stato superato anche lo stress test “Scenario di Base”, con un CET1 che, nell’ambito dell’esercizio, risulta pari all’ 8,8%[1] a fronte di una soglia dell’8,0%.

Non è invece stato superato lo “Scenario Avverso” dello stress test al 2016, che evidenzia un deficit di €2,1 miliardi, al netto delle azioni già implementate.

Il risultato dell’esercizio applicato alla Banca – che ha da poco intrapreso il percorso di ristrutturazione approvato dalla Commissione Europea – è stato penalizzato dalle modalità di svolgimento del CA.

Il Consiglio di Amministrazione di BMPS ha avviato l’esame delle potenziali azioni da includere nel Capital Plan che verrà sottoposto all’approvazione delle Autorità di Vigilanza entro i termini previsti dalla normativa. Le conseguenti modifiche del Piano di Ristrutturazione della Banca, già approvato dalla Commissione Europea, saranno subordinate all’approvazione da parte della stessa.

Il Consiglio di Amministrazione della Banca ha nominato UBS e Citigroup quali advisors finanziari per la definizione, strutturazione e implementazione delle azioni di mitigazione relative al Capital Plan, nonché per valutare tutte le opzioni strategiche a disposizione della Banca.

 

Siena, 26 ottobre 2014 – Il Cda di BMPS riunito nella giornata di ieri ha preso atto dei risultati dell’esercizio di CA condotto dalla Banca Centrale Europea (“BCE”) e dall’European Banking Authority (“EBA”).

Per ben comprendere la portata dei risultati, si ritiene utile evidenziare preliminarmente la differenza concettuale tra la procedura dell’AQR e quella dello Stress Test.

L’AQR è stato svolto applicando un approccio “point in time” sulla base dei dati contabili confluiti nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2013.

Diversamente, gli Stress Test (nella duplice componente Scenario base e avverso) sono stati effettuati con una logica “forward looking” finalizzata alla valutazione della solidità del patrimonio della banca in teorici scenari prospettici peggiorativi, senza alcun riferimento ai dati e ai parametri valutativi assunti a base per la formazione del bilancio.

Ulteriore componente del CA, da distinguere rispetto alle precedenti, è il c.d. “Join-up”, che ha integrato l’AQR con gli Stress Test assumendo, ai fini di questi ultimi, non il CET 1 effettivo al 31 dicembre 2013 determinato sulla base dei dati di bilancio, bensì un valore teorico di CET1 determinato dalla BCE rettificando il dato che risulta dall’AQR.

Rispetto al CET1 iniziale di €8.504 milioni e la soglia del 5,5% pari a €4.177 milioni, il risultato finale del CA riguardante MPS evidenzia un deficit di capitale regolamentare pari a €2.111 milioni, al quale concorrono:

  • la componente relativa all’AQR di -€2.851 milioni;
  • la componente relativa allo Scenario avverso 2016 dello Stress Test pari cumulativamente a

-€5.243 milioni;

  • il Join-up pari a -€483 milioni;
  • le azioni di mitigazione pari a €2.139 milioni (includendo l’aumento di capitale di €5 miliardi, al netto del rimborso di €3 miliardi degli aiuti di Stato sotto forma di NSF, e la rivalutazione della quota di partecipazione in Banca d’Italia).

La componente relativa all’AQR deriva dall’applicazione di standard di classificazione e di valutazione stabiliti dalla BCE per finalità di vigilanza prudenziale, basati sull’applicazione conservativa di criteri valutativi e di metodologie anche statistiche non sostitutive di quelli derivanti dai principi contabili.

Secondo quanto precisato dalla BCE, la componente di €2.851 milioni relativa all’AQR è da ricondurre sostanzialmente a:

“I principali fattori che hanno avuto un impatto sui risultati dell’AQR sono state le rettifiche su crediti aggiuntive riferite alla Credit File Review (“CFR”) e dovute ai significativi livelli di riclassifiche da bonis a deteriorati, e all’impatto della proiezione statistica sul resto del portafoglio crediti determinato in base a tali rettifiche analitiche. Il livello di accantonamenti collettivi ha anch’esso avuto un impatto rilevante. La qualità degli attivi della Banca è ancora influenzata dalla politica creditizia espansiva adottata in anni recenti (2008-2010), dalla scarsa qualità (sotto la media) del portafoglio crediti della ex-Antonveneta e il basso livello degli standard di erogazione del credito verso parti correlate e il territorio di riferimento.”

In particolare, in sede di AQR è stato esaminato un portafoglio complessivo di oltre €100 miliardi di posizioni creditizie, di cui €73 miliardi Corporate e €27 miliardi Retail e Small Business.

L’esercizio è stato condotto in modo analitico attraverso la CFR su circa 950 posizioni Corporate, per una esposizione complessiva pari a circa €16 miliardi, di cui circa €9 miliardi in bonis e circa €7 miliardi deteriorati. Tale analisi ha determinato un impatto patrimoniale negativo di €759 milioni.

La proiezione statistica del risultato della CFR sul restante portafoglio Corporate selezionato, pari a circa €57 miliardi, ha comportato un ulteriore impatto di €1.474 milioni, nonché un effetto negativo aggiuntivo di €574 milioni relativo al potenziale incremento del livello di copertura dei crediti in bonis inclusi nel portafoglio stesso.

Un ulteriore impatto negativo di €44 milioni si riferisce all’analisi di strumenti finanziari complessi e altre attività valutati al Fair Value, del valore complessivo di circa €650 milioni.

Infine, nessun impatto è derivato dall’analisi dei portafogli Retail e Small Business.

L’effetto combinato del solo AQR e delle azioni di mitigazione già implementate portano il CET1 phased-in dell’esercizio al 9,5%, ben al di sopra della soglia richiesta del 8,0%. Risulta, quindi, coerente il dimensionamento del recente aumento di capitale di €5 miliardi che ha consentito di rafforzare il bilancio della banca in vista di questo severo scrutinio della qualità dei suoi attivi.

Anche il Join-up e l’applicazione dello Scenario base non generano deficit, con il CET1 dell’esercizio che si attesta a 8,8%.

Il deficit di €2.111 milioni è quindi da mettere in relazione alle modalità di svolgimento e le assunzioni dello Scenario avverso dello Stress Test, che peraltro si discostano in misura significativa da quelle applicate dalla Commissione Europea nel valutare il Piano di Ristrutturazione approvato dalla medesima.

Il deficit non riflette fatti reali che incidono sulla solvibilità della Banca, ma è volto a rappresentare l’impatto sui ratios patrimoniali prospettici di determinati scenari ipotetici estremamente negativi, aggiungendolo al già severo scrutinio della qualità degli attivi creditizi al 31 dicembre 2013 oggetto di AQR.

Va ricordato che BMPS ha definito un Piano di Ristrutturazione approvato dalla Commissione Europea con decisione del 27 novembre 2013, in ragione degli aiuti di Stato ricevuti nel corso del 2013.

Nel periodo intercorso tra la seconda metà del 2011 e il primo semestre del 2013 BMPS ha infatti attraversato una profonda crisi finanziaria e reputazionale dovuta ad alcune condizioni specifiche della Banca, le cui conseguenze sono state aggravate dalle avverse condizioni di mercato, e che ha comportato seri problemi di struttura patrimoniale, forti tensioni di liquidità e pesanti implicazioni reddituali, legate in particolare al peggioramento della qualità del suo attivo creditizio.

L’operato dell’attuale gestione ha permesso a BMPS di effettuare:

  • un sostanziale deleverage di oltre €45 miliardi, rispetto a un attivo di oltre €240 miliardi a fine 2011;
  • accantonamenti per perdite su crediti per circa €6,6 miliardi dal 2012 al 30 giugno 2014;
  • una riduzione dei costi operativi della Banca per oltre €760 milioni (da fine 2011 – 1S14 annualizzati);
  • un aumento delle commissioni di wealth management di circa €200 milioni.

 

Queste azioni hanno consentito alla Banca di recuperare la fiducia della clientela e di affrontare nuovamente il mercato, effettuando con successo un aumento di capitale di €5 miliardi. Tale ricapitalizzazione ha permesso di rimborsare €3 dei €4 miliardi di NSF ricevuti, di aumentare la dotazione patrimoniale, di migliorare la qualità complessiva del patrimonio e di determinare anche uno strutturale cambiamento dell’azionariato della Banca.

La dimensione e la tempistica dell’aumento di capitale sono chiaramente stati concordati con le Autorità di Vigilanza e sono stati definiti in ragione del Commitment preso nel Piano di Ristrutturazione di rimborsare quell’ammontare di NSF entro il 31 dicembre 2014, nonché della necessità di dotare la Banca di un buffer patrimoniale che potesse far fronte anche alle esigenze eventualmente scaturenti dal CA.

Al fine di valutare meglio i risultati del CA Scenario avverso, è opportuno tenere in considerazione lo scopo del Piano di Ristrutturazione, cioè ristabilire la redditività e solidità patrimoniale della Banca in un ragionevole orizzonte temporale, partendo da una situazione di notevole difficoltà che ci rende esposti agli impatti di uno scenario macroeconomico particolarmente avverso. Va inoltre specificato che per la prima volta il risultato di uno Stress Test è stato integrato con un esame della qualità degli attivi creditizi e quindi ha ulteriormente aggravato il risultato finale per BMPS.

Venendo più specificamente allo svolgimento dello Stress Test, sebbene nello Scenario avverso la BCE abbia modificato le proiezioni di conto economico prospettiche contenute nel Piano di Ristrutturazione della Banca anche per riflettere talune mitigazioni quali (i) i benefici potenzialmente derivanti dall’accesso alle aste settimanali di rifinanziamento della BCE nel periodo 2014-2016 e (ii) l’inclusione nel margine di interesse del c.d. effetto di discount unwinding sulle sofferenze nello stesso periodo, di seguito si riassumono gli elementi che risultano maggiormente sintomatici dell’approccio adottato e con le maggiori conseguenze, tali da determinare quasi interamente il deficit:

  1. Rimborso dei NSF. Nello Scenario avverso la BCE non ha considerato gli effetti dell’eventuale mancato rimborso di €750 milioni di aiuti di Stato residui (sul totale di circa €1,1 miliardi), che costituisce una delle possibili misure implicite di contingency incluse nel Piano di Ristrutturazione. L’effetto è estremamente penalizzante perché a fronte di una grave situazione di crisi è ipotizzato che BMPS sia costretta ad effettuare un rimborso che ne indebolirebbe ulteriormente la dotazione patrimoniale.
  1. Commissioni. Nel contesto dello Scenario avverso non è stato tenuto conto della trasformazione in corso del modello di business della Banca, maggiormente focalizzato sui ricavi da servizi, appunto le commissioni, che sul margine d’interesse. E’ stato invece applicato un criterio di stress completamente basato sull’utilizzo di dati reddituali basati su medie storiche, che non ha consentito di incorporare le azioni di business previste dal Piano di Ristrutturazione in corso di realizzazione, quali, ad esempio: il passaggio nel settore del credito al consumo dall’intermediazione diretta alla distribuzione di prodotti di terzi (peraltro sulla base di un accordo già in essere), o il contributo ai conti economici futuri riveniente dalla cosiddetta Commissione di Istruttoria Veloce, non presente fino alla fine del 2013 e quindi non inclusa nella metodologia BCE.
  1. Cura dei crediti deteriorati. Nell’andamento del credito problematico non è stato consentito di tenere alcun conto degli effetti migliorativi sulla qualità e sul costo del credito derivanti dalle azioni di cura dei crediti deteriorati previste dal Piano di Ristrutturazione, laddove, come detto, il miglioramento della qualità del credito costituisce uno dei punti fondanti del medesimo.