Mors tua vita Pea: Suicidi di massa nella Banda Osiris: tutta colpa di Siena…

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di Claudio Pea

 

L’anno scorso, ancora in tempi non sospetti, scrissi che mi sarei fatto Frates se la Milano di Scariolo avesse vinto il titolo. Stavolta il rischio è stato ancora più grosso: mi sarei messo a novanta gradi girando pericolosamente le spalle alle zitelle di Sky, che sferruzzano a maglia guardando la Nba, se Siena non avesse rivinto questo scudetto. Di nuovo mi è andata bene. Anzi, proprio di lusso. E allora permettetemi di togliermi un sacchetto di sassolini dalle scarpe. Sassolini che nel frattempo sono diventati macigni grandi come quello che portava in grembo, legato con una corda al collo, l’Arturi degli Astrusi l’altra notte dalle parti del ponte sul Lambro. Che volesse il vicedirettore della Gazzetta buttarsi giù da basso, nel fiume più tossico d’Italia, non lo giurerei. Però dopo la tripla di Janning con le dita (di D’Ercole) negli occhi si è temuto sul serio un suicidio di massa nella Banda Osiris. Ancora più fragoroso di quando, alle ultime elezioni politiche, gli italiani hanno votato per Grillo e Maroni. Ci sarebbe poi anche il suicidio di Massa quando Felipe sfascia la Ferrari, come è successo anche al Gran Premio di Montecarlo, ma questo è tutto un altro discorso. Tornando a bomba, e bomba o non bomba, arriveremo (comunque) a Roma, e a Ciglione Toti, poveretto, o poveraccio?, fate voi, avrebbero ieri voluto togliersi la vita più della metà dei redattori della Gazzetta e qualcuno anche del Corriere, come il Vanetti di Varese che di recente si è divorato la panzana raccolta nel suo Vescovado e da allora non se ne dà più pace. In verità all’editore del giornale sostanziosamente sponsorizzato e condizionato da Giorgio Armani non dispiacerebbe affatto che qualche depresso tra i suoi giornalisti s’ammazzasse per il grosso dolore che gli ha dato l’imprevisto settimo trionfo consecutivo della Montepaschi: deve del resto mandarne a casa almeno due dozzine e non sa proprio come fare. Sono infatti uno peggio dell’altro, a parte Max Oriani che è scappato nella Nba, e più insipidi, come vado da un mese raccontando, della besciamella nella quale la mia cara Antonellina Clerici si è dimenticata d’aggiungere il sale. Del resto la Gazzetta non vende più una copia in tutta la Toscana, neanche a Montalcino, dove pure si bevono tutto, e nemmeno se offre in gadget una bambolina gonfiabile di Pupetta Arcuri che purtroppo non è la cugina generosa di Pupetto Arturi. Non ho invece lontanamente mai pensato che Roma potesse vincere questo scudetto. O che gli elefantini indiani non tornassero prima o poi a rifugiarsi nel bosco di sopracciglia di Ciglione Toti. Dove in fondo si sta bene se il presidente della Virtus Roma s’acquieta e non si mette in testa la balzana idea di portar via lo scudetto a Messer Minucci che se lo mangia ogni mattina inzuppandolo nel caffelatte. Né mi sono sbagliato quando dieci giorni fa ho scritto che tutto sarebbe finito prima che il titolo della Nba fosse assegnato a Miami o a San Antonio. Solo stanotte infatti l’hanno vinto gli Spurs. Un evento da non perdere e soprattutto da risentire. Più che da rivedere. Meglio di Shane Battier e delle sue sei triple vincenti sono state infatti le due zitelle con i loro gridolini e ammiccamenti. In gran forma Cicciobello. Per il quale tutte le cose che fa LeBron sono “di dimensioni epocali”. Anche quando James s’infratta con la sua donna, come ha precisato subito l’avvocato Buffa. E tutti i recuperi di Duncan sono“terrificanti” al pari dei canestri di Tony Parker che sono come minimo “disintegranti”.Peccato che dicessero la stessa cosa illo tempore anche di Pietro Aradori o di Superbone Vitali quando giocavano a Biella e a Milano e davano per certo un loro imminente passaggio ai Boston Celtics o ai Los Angeles Lakers. 27 pari in quasi 20 minuti di ciapanò. Peggio della nazionale di Roberto Ricchini agli Europei femminili. Sto del resto per crollare dal sonno quando il grande imbonitore ha un sussulto. Ascoltatelo per favore: “Asfissiante la difesa di Miami. Uno spettacolo di pallacanestro incredibile. Solo il close-up di LeBron James andrebbe davvero consegnato alla posterità come segno (o gesto?) d’assoluta perfezione”. I suoi avi calabresi gli avrebbero detto: “Ma perché Ciccio non parli più come mangiavi?”. E aggiungerei io: “E perché non condisci anche qualche frase con i verbi senza possibilmente sbagliare i congiuntivi?”.Ma sarebbe pretendere troppo. Come convincere l’Arcuri o l’Arturi, Pupetta o Pupetto, che non sono state le trombette, oltre agli arbitri, a far vincere a Siena l’ennesimo scudetto. Però bisogna anche ammettere che la Gazzetta è stata tempestiva nel dare la notizia del meraviglioso Luca Banchi il prossimo anno sulla panchina di Milano dopo la macedonia, il gelato, il caffè, la banda, un grappino e la ninnananna. Pensate un po’: lo sapeva da settimane persino la mia Tigre. La quale, piuttosto d’occuparsi di basket, si sciropperebbe in tivù anche un simpatico duetto tra la Santanchè e Sallusti che le ricorderebbero in qualche modo Carla Boni e Gino Latilla. Se invece mi chiedete perché Chiabo ha suggerito a Nigro di scrivere che Crespi sarà il vice di Banchi all’Armani quando sarei pronto a giocarmi la villa in montagna che Paperoga sarà l’anno prossimo l’allenatore della Montepaschi, non so cosa rispondere. O, meglio, mi va di pensare come al solito male. E cioè che il ridicolo depistaggio vorrebbe farmi credere che Crespi non ha più nulla a che fare con la Banda Osiris e i suoi boss. E chi se ne impippa? Sarebbe bello infatti che la Montepaschi continuasse a vincere anche con Paperoga in sella. E l’Armani del Livido Proli a perdere persino con il super allenatore che Messer Minucci le ha regalato da Siena. O no? Ma immagino che la Gazzetta non sarebbe d’accordo. E nemmeno più Luca Banchi purtroppo.