La Mens Sana interviene dopo le dichiarazioni di giocatori e dirigenti di Milano

In merito alle seguenti dichiarazioni rilasciate da dirigenti e giocatori dell’Ea7 Emporio Armani Milano nel dopo partita di gara 6 dei quarti di finale scudetto, e riportate nell’edizione nazionale e nell’edizione Lombardia della Gazzetta dello sport:

 

ALESSANDRO GENTILE: «Non capisco come possano essere usate in un palazzo quando non possono entrare nemmeno negli stadi. Spero che i nostri tifosi capiscano quanto sia duro giocare in casa di Siena e al Forum restituiscano pan per focaccia».

LIVIO PROLI: «Ora abbiamo veramente bisogno del nostro pubblico. Sono convinto che al Forum ci sarà una grande atmosfera, ma in stile milanese, ovvero più civile di quella che abbiamo visto questa sera a Siena».

(Gazzetta dello sport ed. Nazionale, «E adesso basta titoloni su Gentile» di Vincenzo Di Schiavi)

 

 

NICOLÒ MELLI: «Ok l’atmosfera calda, ci stiamo giocando tutto, ma quelle trombette sono una roba vergognosa: non so come sia il regolamento, andrebbero proibite».

(Gazzetta dello sport, «AL FORUM ALTRA MUSICA» di Vincenzo Di Schiavi)

 

In particolare in merito alle parole del Presidente dell’Olimpia Milano Livio Proli, la Mens Sana Basket intende precisare che il PalaEstra è ed è ritenuto da club italiani e europei, un palasport all’interno del quale giocatori, dirigenti e pubblico sono sempre stati corretti nei confronti degli avversari. L’atmosfera calda che si è venuta a creare negli incontri con Milano è probabilmente la reazione ai ripetuti attacchi che Siena ha subìto dalla società meneghina nell’ultimo anno.

 

La Mens Sana Basket intende inoltre precisare che non accetta lezioni di “stile” da parte dell’Olimpia Milano, visto l’atteggiamento tenuto dai suoi tesserati ed in particolare da chi porta il marchio di Armani (il cui stile è riconosciuto a livello mondiale) sulla maglia, vedi Keith Langford all’uscita del campo di gioco, sanzionato tra l’altro dagli organi preposti.